Biostimolazione / Analgesia
La fotobiostimolazione/analgesia è una terapia laser a diodo a bassa potenza denominata LLLT (Low Level Laser Therapy). L’effetto della fotobiostimolazione e di analgesia accelera gli eventi biochimici, molecolari e cellulari nell’organo bersaglio. L’azione si esplica non per incremento termico ma per una conseguente modificazione del livello energetico cellulare. Le cellule dell’organo bersaglio vengono indotte, dalla radiazione, a modificare il proprio stato elettronico, con il passaggio di stato di elettroni periferici in orbitali, ad un livello energetico superiore. In particolare sono coinvolti durante la fotobiostimolazione dei cromofori catalizzatori come i citocromi della catena respiratoria mitocondriale, il nicotinammide adenosin dinucleotide ridotto (NADH), il superossido desmutasi (SOD), proteine fotorecettive come le porfirine endogene e la periostina, inducendo un aumento della sintesi di ATP, carburante necessario per tutti i processi metabolici. L’attivazione dei cromofori catalizzatori conduce agli effetti secondari di stimolazione cellulare, condizione necessaria per i processi riparativi e gli effetti analgesici indotti dalla fotobiostimolazione. Hamblin et al. (Università di Harvard e MIT) dimostrano come l’effetto antalgico del laser a diodo agisca sulla pompa sodio-potassio con un effetto iperpolarizzante che rende inefficace lo stimolo recettoriale dolorifico. Gli effetti biologici sono verificabili su tessuti con sofferenze patologiche, mentre non ci sono riscontri clinici su tessuti sani che non possono attivare i processi riparativi. Il fine della fotobiostimolazione è quello di catalizzare i processi di guarigione per un’efficace risoluzione clinica.
Biostimolazione post-chirurgica
La Fotobiostimolazione post-chirurgica è un'irradiazione con il laser a diodo 810nm, a bassa densità di potenza e denominata LLLT (Low Level Laser Therapy), su tessuto biologico trattato con protocolli chirurgici. Gli effetti biologici, nel post-chirurgico, sono determinati dai fotoni a lunghezza d'onda 810 e 670nm, producono analgesia fisiologica, antinfiammazione ed innesco immediato dei processi riparativi tissutali. Il processo dinamico si esplica non incremento termico ma per una conseguente modificazione del livello energetico cellulare. Le cellule dell'organo bersaglio vengono indotte, dalla radiazione del laser a diodo 810nm, a modificare il proprio stato elettronico, con il passaggio di stato di elettroni periferici in orbitali, ad un livello energetico superiore. Durante la fotobiostimolazione sono coinvolti dei cromofori catalizzatori, come i citocromi della catena respiratoria mitocondriale, Coenzima Q, nicotinammide adenosin dinucleotide ridotto (NADH), il superossido dismutasi (SOD), proteine fotorecettive come le porfirine endogene, Periostina, HSP 70, inducendo un aumento della sintesi di ATP, substrato necessario per tutti i processi metabolici. L'attivazione dei cromofori catalizzatori conduce agli effetti di stimolazione cellulare, condizione necessaria per l'iinnesco dei processi riparativi e gli effetti analgesici, antinfiammatori indotti dalla fotobiostimolazione. Hamblin et al. (Università di Harvard, Massachussets Hospital e MIT) dimostrano come l'effetto antalgico del laser a diodo agisca sulla pompa-sodio-potassio con una dinamica iperpolarizzante, sulla membrana, che rende inefficace lo stimolo recettoriale dolorifico. L'effetto antinfiammatorio del laser a diodo 810 e 670 nm, è legato alla proprietà intrinseca dell'infrarosso, durante l'irradiazione di un tessuto infiammato, di diminuire rapidamente la concentrazione di molecole pro-infiammatorie come Citochine, Interleuchine 1, 6, 8 in particolare, e TNF-alfa, favorendo l'evoluzione riparativa tissutale. Ricerche recenti (Università di Lipsia e Università di Parigi), hanno dimostrato la capacità di LLLT di stimolare la produzione delle molecole matricellulari, necessarie a ricostituire un equilibrio tra cellule e matrice in quei tessuti sottoposti a stress ossidativi e termici, aumentando la produzione di HSP 70 e Periostina, entrambe fondamentali per i processi di guarigione tissutale e d'organo.
Dermatite
La dermatite estiva recidivante del cavallo è una malattia diffusa in tutto il mondo. E' una patologia su base allergica ad alcuni componenti salivari di insetti del genere Culicoides. Il segno clinico caratteristico è il prurito scatenato dalla reazione allergica, con eventuale presenza di papule crostose sul ventre, addome, arti inferiori. La fotobiostimolazione con laser a diodo 810nm, in abbinamento all'effetto termico utilizzato per la sterilizzazione del tessuto dall’agente patogeno, è utile per alleviare i sintomi fastidiosi legati a questa forma patologica. Nel caso di presenza di pustole, oltre all'effetto decontaminante, la radiazione del laser a diodo esplica un'azione antinfiammatoria immediata che evita la terapia farmacologica, in molti casi. La malattia in base ad alcuni fattori ambientali, può presentarsi tra la primavera inoltrata e l'autunno.
Dermatite da Malassezia
È una delle dermatiti più diffuse nel cane e nel gatto, causato da un microorganismo (un lievito) che abitualmente colonizza senza sintomi l’organismo dell’animale. Malassezia prolifica sulla cute quando l’equilibrio tra cellule, matrice e bioma subisce un contrasto dinamico. Questa forma di dermatite non è contagiosa per la specie umana. Nei soggetti sani questo microorganismo si trova presente su tutto il distretto cutaneo ed in particolare nel condotto uditivo, nello spazio interdigitale, sulle ascelle e sulle mucose del cavo orale e dell’ano. Il sintomo principale è legato al prurito che determina secondariamente al grattamento, eritema, desquamazione, seborrea e un tipico odore rancido. Il laser a diodo 810nm può essere utilizzato con successo per riequilibrare la dinamica tissutale, favorendo la sintesi delle molecole matricellulari come Periostina, TGF-beta, BMP-2, promuovendo la sintesi e l’adesione dei fibroblasti durante i processi riparativi.
Dermatite miliare felina
La dermatite miliare è una patologia piuttosto comune nel gatto, ed è definita come una forma di reazione con molte cause potenziali. La più comune è legata all’ipersensibilità verso le punture delle pulci, ma anche quella verso allergeni alimentari ed ambientali, alle sostanze attive farmacologiche. La dermatite può essere localizzata o generalizzata e, all’osservazione, si possono evidenziare delle piccole papule a livello di testa e collo, arti, tronco e distretto lombo-sacrale. Le lesioni possono includere anche alopecia, ulcere con erosioni cutanee. Fondamentale per il clinico valutare, all’osservazione dei sintomi, un’anamnesi approfondita per adottare una corretta strategia terapeutica. Tutti i casi di dermatite miliare devono essere verificati da un esame citologico, anche per monitorare il progresso delle infezioni da bioma batterico e dai lieviti. Proprio per questa eventuale conferma, l’utilizzo del laser a diodo 810nm può essere molto utile per la proprietà decontaminativa sulla flora batterica e sulle spore eventualmente presenti, da applicare localmente, insieme all’uso di antimicrobici sistemici. La successiva applicazione di fotobiostimolazione o LLLT determina l’innesco degli effetti biologici dell’infrarosso a lunghezza d’onda di 650 e 810nm sui tessuti irradiati.
Dolori Acuti
Studi recenti dimostrano che l’ATP sintetizzato in seguito alla biostimolazione con il laser a diodo mostra un aumento della cinetica rispetto a quello formatosi in assenza di fotoattivazione. La presenza di quantità di energia considerevoli catalizza i processi riparativi cellulari, gli effetti antalgici ed antinfiammatori sul tessuto sede della lesione. In particolare, nei tessuti interessati da processi infiammatori produce una riduzione della concentrazione di Cicloossigenasi, di PGE e PGF. Le Prostaglandine sostengono l’infiammazione potenziando l’edema attraverso la vasodilatazione ed agiscono sulla conduttività delle fibre nervose C abbassando la soglia di eccitazione che determina un aumento della sintomatologia dolorosa. L’inibizione di COX2 indotto dal laser riduce le Prostaglandine con effetto a cascata inibitorio su edema e dolore. Si ricorda che su una condizione di dolore acuto, l’attività analgesica del laser si esplica alla massima espressione mentre tale evidenza è irrilevante sul tessuto sano. La trasmissione dello stimolo algico per la condizione di dolore acuto è condotta dall’eccitazione dei recettori periferici che rilasciano impulsi veicolati all’interno delle fibre C amielinizzate e nelle fibre A mielinizzate. L’attivazione dei nocicettori provoca una depolarizzazione di membrana nelle guaine mieliniche delle cellule di Schwann e degli Oligodendrociti. La radiazione agisce sulla pompa sodio-potassio con un effetto iperpolarizzante che rende inefficace lo stimolo recettoriale anche su una condizione di dolore acuto. Dalla teoria del gate control si è approdati a ricerche che hanno verificato come la radiazione del laser possa produrre analgesia (SPA). Incrementando la produzione di Encefaline ed Endorfine dei neuroni spinali si determina il blocco pre e post sinaptico di entrambe le fibre (A e C) coinvolte nella trasmissione del dolore.
Dolori Post-Operatori
La sensazione nocicettiva dopo un intervento chirurgico è una condizione fisiologica che comprende due tipologie di dolore post operatorio: il dolore cronico, che persiste oltre i 3 mesi dalla data dell’intervento e il dolore acuto che generalmente persiste fino a 3 mesi dall’operazione chirurgica. Entrambi gli stimoli dolorosi o nocicettivi possono manifestarsi a causa del danno tissutale e l’intensità del dolore è legata alle eventuali complicanze accadute durante l’intervento ed alla tipologia dell’atto chirurgico. Nei paragrafi precedenti si sono evidenziate le proprietà analgesiche, antinfiammatorie e di attivazione dei processi riparativi tissutali che conducono ad una rapida remissione dei sintomi algici.
Ferite Cutanee
Un’accurata valutazione di una ferita cutanea è un prerequisito per una pianificazione razionale della cura. Una ferita può essere descritta come una soluzione di continuo con o senza perdita di sostanza, di tessuto cutaneo o interno, prodotta da vari fattori esterni, ed è espressione di processi degenerativi provocati da fenomeni infiammatori, infettivi, da disturbi circolatori o da un danneggiamento tissutale per cause fisiche o chimiche. Il clinico dopo aver verificato l’eventuale presenza di tessuto necrotico, di granulazione, essudato, provvederà al debridment della porzione tissutale interessata. Il laser viene utilizzato per favorire in tempi rapidi, i processi riparativi, come descritto nel paragrafo di Biostimolazione/Analgesia, promuovendo la riepitelizzazione ed una guarigione senza esiti cicatriziali fibrosi. La radiazione interagendo con i cromofori catalizzatori della fosforilazione ossidativa, accelera la formazione di ATP, il carburante necessario per tutti i processi metabolici, compreso quello riparativo, innescato dall’aumento di produzione di collagene ed elastina da parte dei fibroblasti e della periostina, molecola proteica fondamentale per tutti i processi riparativi d’organo. Periostina si lega con le molecole strutturali extracellulari come il collagene di tipo I e le proteine di membrana come Integrina alfa beta3 e alfa beta 5 ed influenza attraverso i fibroblasti la fibrillogenesi del collagene. Il diametro della fibra di collagene si riduce in assenza di Periostina e TGF beta1 e in questa condizione predomina la presenza di metalloproteinasi e Interleuchina-1 che incrementano la loro concentrazione in ambiente infiammato. L’azione del laser produce un effetto antinfiammatorio, già descritto nei paragrafi precedenti, e una stimolazione diretta, mediando la sintesi di fibroblasti e Periostina, sulla produzione di collagene ed elastina.
Granuloma eosinofilo felino
Questa patologia che può colpire più specie animali, è caratterizzata dalla presenza di noduli, bolle, piccole cisti cutanee che determinano una sintomatologia infiammatoria. Nel cavallo è classificato tra le dermatiti nodulari di questa specie e presenta un'eziologia non ancora definita.
Il granuloma collagenolitico del cavallo è caratterizzato dalla presenza predominante di eosinofili ed il trattamento farmacologico prevede l'utilizzo di Triamcinolone, corticosteroide sintetico. In alternativa, il laser a diodo 810 nm per le intrinseche proprietà biologiche decontaminanti, antinfiammatorie, analgesiche e biostimolanti può esser utilizzato in alternativa valida rispetto alla terapia tradizionale.
Panniculite
È un processo infiammatorio che ha sede elettiva nel pannicolo adiposo, piuttosto comune negli animali domestici. Si presenta in varie forme a seconda della eziopatogenesi: pannicolite traumatica, pancreatica, nodulare idiopatica sterile, podale sterile frequente nel pastore tedesco, pannicolite post-iniezione e quella di origine infettiva (Nocardia, Actinomyces, Bartonella, Mycobacteria, Sporothrix, Toxoplasma, Dirofillaria et al.). In tutti questi casi, la pannicolite evolve per il rilascio di lipidi neutri da parte degli adipociti danneggiati e questo induce delle reazioni infiammatorie sul tessuto, di tipo granulomatoso.
Piodermite
Il distretto cutaneo ha diversi meccanismi di difesa per evitare la penetrazione e replicazione degli agenti patogeni. In presenza di lesioni, anche superficiali sulla cute dell’animale, possono innescarsi delle infezioni batteriche la cui gravità è legata alle condizioni immunitarie del paziente, alla profondità dei piani tissutali coinvolti, alla virulenza dell’agente patogeno e alla presenza di patologie concomitanti. FDA ha classificato in base alle complicanze cliniche queste infezioni batteriche che coinvolgono il derma. Quelle classificate come non complicate, come le Piodermiti causate da Gram-positivi, e quelle complicate sostenute da batteri Gram+, Gram-, virus che coinvolgono strutture profonde associate a patologie importanti ed immunosoppressione. Il clinico, nel caso di Piodermite (cavallo, cane, gatto et al.) che si manifesta in forma di Impetigine, follicolite, idrosadenite suppurativa, ascessi, può utilizzare il laser a diodo 810nm per un’efficace azione sterilizzante su Gram+, Gram e virus, in abbinamento alle proprietà intrinseche biologiche che determinano analgesia, antinfiammazione ed innesco dei processi riparativi come spiegato nei paragrafi precedenti, dopo aver formulato una diagnosi definitiva con l’esame citologico ed istopatologico. Nel caso di ascesso, il laser a diodo 810 nm può esser utilizzato con una fibra ottica attivata da 300 micron e a contatto sulla lesione per il drenaggio e per l’asportazione chirurgica.
Rigenerazione Tissutale
I meccanismi d’azione della radiazione sul tessuto epiteliale, connettivale, muscolare, osseo, nervoso, vascolare, si esplicano con l’accelerazione degli eventi biochimici e cellulari nell’organo bersaglio. Nel protocollo di Biostimolazione/Analgesia, sono state descritte le interazioni biologiche della luce del laser a diodo con i cromofori catalizzatori dei processi di fosforilazione ossidativa e di sintesi dell’ATP cellulare, come base necessaria per l’innesco dei processi riparativi, analgesici ed antinfiammatori. Il tessuto colpito da un evento patologico ha bisogno di fonti energetiche sufficienti per programmare gli steps necessari ai processi di riparazione tissutale. L’energia è fornita dalla fosforilazione ossidativa, che avviene all’interno della catena respiratoria mitocondriale, e che necessita di Ossigeno e di energia estratta da macromolecole come il glucosio, per sintetizzare ATP ed H2O. L’azione del laser si esplica a carico di una specifica deidrogenasi per il NADH e a livello di membrana mitocondriale con Citocromo A/A3, per assorbimento ottico legato alla presenza dell’eme, e che catalizza il trasporto di elettroni durante la fosforilazione ossidativa dallo stato orbitale al nucleotide. Fondamentale il ruolo della luce del laser a diodo sui processi infiammatori, con un’azione di vasodilatazione sulle cellule endoteliali vascolari, favorendo la canalizzazione dei globuli bianchi aderenti ai vasi del tessuto lesionato. Il laser stimola la produzione di NO, Ossido d’azoto, un radicale libero che produce necrosi batterica e stimola la respirazione cellulare nell’area lesionata, determinando un effetto di vasodilatazione sul sistema linfatico con riduzione rapida dell’edema. Nel 2007 LIM W et al. Hanno dimostrato che la radiazione del laser a diodo produce una diminuzione nella concentrazione di cicloossigenasi (COX) e di PGE nei tessuti infiammati, agendo anche sulla conduttività delle fibre nervose di tipo C amielinizzate, abbassando la soglia di eccitabilità dello stimolo doloroso. Altre ricerche come quelle di Hamblin et al. (Harvard e MIT) confermano che la radiazione del laser a diodo possa diminuire la concentrazione di citochine, interleuchina 1 e 6 e di TNF alfa, tamponando gli effetti degli osteoclasti e favorendo, in questo modo, la sintesi di nuova matrice ossea nei difetti, incrementando la sintesi degli osteociti, attraverso la stimolazione osteoblastica.
Rogna Rossa/Demodettica
Rogna Demodettica è una patologia causata da un acaro denominato Demodex Canis. Colpisce prevalentemente il cane e non è contagiosa per l’uomo o per altri animali se non in particolari condizioni di immunodepressione. Il contagio avviene dalla madre ai cuccioli che possono trasformarsi, senza manifestazioni patologiche, in portatori sani. L’acaro compie il suo ciclo vitale all’interno del bulbo pilifero e può causare eritemi cutanei, alopecia, lesioni pustolo-crostose e prurito. Per la risoluzione, alla terapia medica si può abbinare la terapia con il laser a diodo 810nm, per sterilizzare i distretti cutanei colpiti, per disinfiammare e creare analgesia fisiologica e con la fotobiostimolazione innescare i processi di guarigione tissutali.
Rogna Sarcoptica
Rogna sarcoptica è definita anche scabbia canina, patologia cutanea parassitaria dei canidi e volpi, anche se può essere trasmessa ad altri animali come il maiale, bovini, ovini, conigli, camosci e stambecchi et al, compreso il cavallo per contatto diretto con animali colonizzati dall’acaro Sarcoptes scabiei var. canis. Si manifesta con intenso prurito che nell’arco del tempo diventa incoercibile, sia per i danni diretti sulla cute sia per lo stato d’ipersensibilità innescato dal contatto con il materiale antigenico del parassita. Le lesioni interessano la regione del ventre e della testa dell’animale ed in particolare i padiglioni auricolari, la regione perioculare, gli arti, l’addome ed il torace. Le lesioni prodotte dall’acaro sono simili a scaglie e papule-crostose, che possono trasformarsi in lesioni secondarie quali erosioni, alopecia e complicazioni batteriche.
Sesamoidite
I sesamoidi sono due ossa presenti sulla porzione posteriore del nodello, fondamentali per lo scorrimento del legamento sospensore e per la stabilizzazione della stessa articolazione. Talvolta i sesamoidi possono esser colpiti da uno stato infiammatorio che provoca forme algiche acute nel cavallo, con un frequente coinvolgimento delle branche del legamento sospensore del nodello, determinando una patologia a carico del tessuto osseo e di quello ligamentoso. L'infiammazione colpisce, in modo particolare, i cavalli da corsa e da concorso, sottoposti a continui carichi di lavoro e di sollecitazione del legamento sospensore del nodello. Talvolta son da ricordare, anche cause anatomiche, con conformazione patologica dell'arto. Sesamoidite può produrre gravi forme algiche e zoppie pronunciate per la presenza in sede anatomica di tessuto altamente innervato. Il clinico, insieme a terapie riabilitative, ed eventualmente a terapia medica, può utilizzare il laser a diodo 810nm per gli effetti biologici della radiazione dell'infrarosso che si esplicano sul paziente con gli effetti antalgici, antinfiammatori e di innesco dei processi riparativi.
Terapia antalgica
La pubblicistica scientifica ha evidenziato come la lunghezza d'onda della radiazione del laser a diodo possa interagire con la guaina mielinica delle cellule di Schwann nel tessuto molle determinando una liberazione in sito di acetilcolina e serotonina e una drastica diminuzione delle prostaglandine. L'effetto analgesico “naturale” del laser a diodo permette al clinico di utilizzare l'anestetico in modo sporadico. È evidente che, considerando l'interazione e la grande affinità tra la radiazione luminosa e i tessuti pigmentati ricchi di emoglobina e melanina, l'utilizzo di vasocostrittori sia inutile e controproducente in particolari condizioni cliniche utilizzando il laser a basse potenze, perché ne rallenterebbe la capacità di taglio e di vaporizzazione.
Tigna
È una dermatofitosi, malattia che può colpire diversi animali (cavallo, cane, gatto ed altri) e la specie umana, ed è causata da un’infezione fungina. Nel cavallo rappresenta l’8% dei casi diagnosticati in dermatologia, ed è favorita dalla presenza di funghi patogeni cheratinofili e cheratolitici, che ristagnano sulla pelle, il pelo e le unghie dell’animale. Determina sulla cute del cavallo, prurito, alopecia, forfora ed è facilmente trasmissibile ad altri animali ed all'uomo (zoonosi). La patologia viene diagnosticata attraverso l'esame microscopico del pelo, l'esame citologico ed un'eventuale biopsia. Il laser a diodo 810nm può essere utilizzato nel trattamento di questa patologia zoonotica per gli effetti sterilizzanti, antinfiammatori e biorigenerativi, grazie all'applicazione di LLLT.
Vasculite
La vasculite è una patologia infiammatoria dei vasi sanguigni, e si manifesta con piccole lesioni emorragiche della cute sulle parti periferiche come la punta delle orecchie e coda dell’animale. L’eziopatogenesi può essere di origine infettiva e parassitaria, legata a patologie che scatenano effetti immunomediati o ad ipersensibilità da farmaci. Nel caso di vasculite infettiva e parassitaria, il clinico può utilizzare con successo terapeutico il laser a diodo 810nm, per le proprietà sterilizzanti, antinfiammatorie analgesiche, e di innesco dei processi riparativi, intrinseche alla luce emessa da quella lunghezza d’onda. In caso di vasculite non infettiva, legata a patologie sistemiche ed immunitarie, il laser a diodo va associato alle terapie mediche necessarie per la risoluzione clinica.