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TRATTAMENTI LASER VETERINARIO

TERAPIA

Biostimolazione / Analgesia

La fotobiostimolazione/analgesia è una terapia laser a diodo a bassa potenza denominata LLLT (Low Level Laser Therapy). L’effetto della fotobiostimolazione e di analgesia accelera gli eventi biochimici, molecolari e cellulari nell’organo bersaglio. L’azione si esplica non per incremento termico ma per una conseguente modificazione del livello energetico cellulare. Le cellule dell’organo bersaglio vengono indotte, dalla radiazione, a modificare il proprio stato elettronico, con il passaggio di stato di elettroni periferici in orbitali, ad un livello energetico superiore. In particolare sono coinvolti durante la fotobiostimolazione dei cromofori catalizzatori come i citocromi della catena respiratoria mitocondriale, il nicotinammide adenosin dinucleotide ridotto (NADH), il superossido desmutasi (SOD), proteine fotorecettive come le porfirine endogene e la periostina, inducendo un aumento della sintesi di ATP, carburante necessario per tutti i processi metabolici. L’attivazione dei cromofori catalizzatori conduce agli effetti secondari di stimolazione cellulare, condizione necessaria per i processi riparativi e gli effetti analgesici indotti dalla fotobiostimolazione. Hamblin et al. (Università di Harvard e MIT) dimostrano come l’effetto antalgico del laser a diodo agisca sulla pompa sodio-potassio con un effetto iperpolarizzante che rende inefficace lo stimolo recettoriale dolorifico. Gli effetti biologici sono verificabili su tessuti con sofferenze patologiche, mentre non ci sono riscontri clinici su tessuti sani che non possono attivare i processi riparativi. Il fine della fotobiostimolazione è quello di catalizzare i processi di guarigione per un’efficace risoluzione clinica.

Biostimolazione post-chirurgica

La Fotobiostimolazione post-chirurgica è un'irradiazione con il laser a diodo 810nm, a bassa densità di potenza e denominata LLLT (Low Level Laser Therapy), su tessuto biologico trattato con protocolli chirurgici. Gli effetti biologici, nel post-chirurgico, sono determinati dai fotoni a lunghezza d'onda 810 e 670nm, producono analgesia fisiologica, antinfiammazione ed innesco immediato dei processi riparativi tissutali. Il processo dinamico si esplica non incremento termico ma per una conseguente modificazione del livello energetico cellulare. Le cellule dell'organo bersaglio vengono indotte, dalla radiazione del laser a diodo 810nm, a modificare il proprio stato elettronico, con il passaggio di stato di elettroni periferici in orbitali, ad un livello energetico superiore. Durante la fotobiostimolazione sono coinvolti dei cromofori catalizzatori, come i citocromi della catena respiratoria mitocondriale, Coenzima Q, nicotinammide adenosin dinucleotide ridotto (NADH), il superossido dismutasi (SOD), proteine fotorecettive come le porfirine endogene, Periostina, HSP 70, inducendo un aumento della sintesi di ATP, substrato necessario per tutti i processi metabolici. L'attivazione dei cromofori catalizzatori conduce agli effetti di stimolazione cellulare, condizione necessaria per l'iinnesco dei processi riparativi e gli effetti analgesici, antinfiammatori indotti dalla fotobiostimolazione. Hamblin et al. (Università di Harvard, Massachussets Hospital e MIT) dimostrano come l'effetto antalgico del laser a diodo agisca sulla pompa-sodio-potassio con una dinamica iperpolarizzante, sulla membrana, che rende inefficace lo stimolo recettoriale dolorifico. L'effetto antinfiammatorio del laser a diodo 810 e 670 nm, è legato alla proprietà intrinseca dell'infrarosso, durante l'irradiazione di un tessuto infiammato, di diminuire rapidamente la concentrazione di molecole pro-infiammatorie come Citochine, Interleuchine 1, 6, 8 in particolare, e TNF-alfa, favorendo l'evoluzione riparativa tissutale. Ricerche recenti (Università di Lipsia e Università di Parigi), hanno dimostrato la capacità di LLLT di stimolare la produzione delle molecole matricellulari, necessarie a ricostituire un equilibrio tra cellule e matrice in quei tessuti sottoposti a stress ossidativi e termici, aumentando la produzione di HSP 70 e Periostina, entrambe fondamentali per i processi di guarigione tissutale e d'organo.

Dermatite

La dermatite estiva recidivante del cavallo è una malattia diffusa in tutto il mondo. E' una patologia su base allergica ad alcuni componenti salivari di insetti del genere Culicoides. Il segno clinico caratteristico è il prurito scatenato dalla reazione allergica, con eventuale presenza di papule crostose sul ventre, addome, arti inferiori. La fotobiostimolazione con laser a diodo 810nm, in abbinamento all'effetto termico utilizzato per la sterilizzazione del tessuto dall’agente patogeno, è utile per alleviare i sintomi fastidiosi legati a questa forma patologica. Nel caso di presenza di pustole, oltre all'effetto decontaminante, la radiazione del laser a diodo esplica un'azione antinfiammatoria immediata che evita la terapia farmacologica, in molti casi. La malattia in base ad alcuni fattori ambientali, può presentarsi tra la primavera inoltrata e l'autunno.

Dermatite da Malassezia

È una delle dermatiti più diffuse nel cane e nel gatto, causato da un microorganismo (un lievito) che abitualmente colonizza senza sintomi l’organismo dell’animale. Malassezia prolifica sulla cute quando l’equilibrio tra cellule, matrice e bioma subisce un contrasto dinamico. Questa forma di dermatite non è contagiosa per la specie umana. Nei soggetti sani questo microorganismo si trova presente su tutto il distretto cutaneo ed in particolare nel condotto uditivo, nello spazio interdigitale, sulle ascelle e sulle mucose del cavo orale e dell’ano. Il sintomo principale è legato al prurito che determina secondariamente al grattamento, eritema, desquamazione, seborrea e un tipico odore rancido. Il laser a diodo 810nm può essere utilizzato con successo per riequilibrare la dinamica tissutale, favorendo la sintesi delle molecole matricellulari come Periostina, TGF-beta, BMP-2, promuovendo la sintesi e l’adesione dei fibroblasti durante i processi riparativi.

Dermatite miliare felina

La dermatite miliare è una patologia piuttosto comune nel gatto, ed è definita come una forma di reazione con molte cause potenziali. La più comune è legata all’ipersensibilità verso le punture delle pulci, ma anche quella verso allergeni alimentari ed ambientali, alle sostanze attive farmacologiche. La dermatite può essere localizzata o generalizzata e, all’osservazione, si possono evidenziare delle piccole papule a livello di testa e collo, arti, tronco e distretto lombo-sacrale. Le lesioni possono includere anche alopecia, ulcere con erosioni cutanee. Fondamentale per il clinico valutare, all’osservazione dei sintomi, un’anamnesi approfondita per adottare una corretta strategia terapeutica. Tutti i casi di dermatite miliare devono essere verificati da un esame citologico, anche per monitorare il progresso delle infezioni da bioma batterico e dai lieviti. Proprio per questa eventuale conferma, l’utilizzo del laser a diodo 810nm può essere molto utile per la proprietà decontaminativa sulla flora batterica e sulle spore eventualmente presenti, da applicare localmente, insieme all’uso di antimicrobici sistemici. La successiva applicazione di fotobiostimolazione o LLLT determina l’innesco degli effetti biologici dell’infrarosso a lunghezza d’onda di 650 e 810nm sui tessuti irradiati.

Dolori Acuti

Studi recenti dimostrano che l’ATP sintetizzato in seguito alla biostimolazione con il laser a diodo mostra un aumento della cinetica rispetto a quello formatosi in assenza di fotoattivazione. La presenza di quantità di energia considerevoli catalizza i processi riparativi cellulari, gli effetti antalgici ed antinfiammatori sul tessuto sede della lesione. In particolare, nei tessuti interessati da processi infiammatori produce una riduzione della concentrazione di Cicloossigenasi, di PGE e PGF. Le Prostaglandine sostengono l’infiammazione potenziando l’edema attraverso la vasodilatazione ed agiscono sulla conduttività delle fibre nervose C abbassando la soglia di eccitazione che determina un aumento della sintomatologia dolorosa. L’inibizione di COX2 indotto dal laser riduce le Prostaglandine con effetto a cascata inibitorio su edema e dolore. Si ricorda che su una condizione di dolore acuto, l’attività analgesica del laser si esplica alla massima espressione mentre tale evidenza è irrilevante sul tessuto sano. La trasmissione dello stimolo algico per la condizione di dolore acuto è condotta dall’eccitazione dei recettori periferici che rilasciano impulsi veicolati all’interno delle fibre C amielinizzate e nelle fibre A mielinizzate. L’attivazione dei nocicettori provoca una depolarizzazione di membrana nelle guaine mieliniche delle cellule di Schwann e degli Oligodendrociti. La radiazione agisce sulla pompa sodio-potassio con un effetto iperpolarizzante che rende inefficace lo stimolo recettoriale anche su una condizione di dolore acuto. Dalla teoria del gate control si è approdati a ricerche che hanno verificato come la radiazione del laser possa produrre analgesia (SPA). Incrementando la produzione di Encefaline ed Endorfine dei neuroni spinali si determina il blocco pre e post sinaptico di entrambe le fibre (A e C) coinvolte nella trasmissione del dolore.

Dolori Post-Operatori

La sensazione nocicettiva dopo un intervento chirurgico è una condizione fisiologica che comprende due tipologie di dolore post operatorio: il dolore cronico, che persiste oltre i 3 mesi dalla data dell’intervento e il dolore acuto che generalmente persiste fino a 3 mesi dall’operazione chirurgica. Entrambi gli stimoli dolorosi o nocicettivi possono manifestarsi a causa del danno tissutale e l’intensità del dolore è legata alle eventuali complicanze accadute durante l’intervento ed alla tipologia dell’atto chirurgico. Nei paragrafi precedenti si sono evidenziate le proprietà analgesiche, antinfiammatorie e di attivazione dei processi riparativi tissutali che conducono ad una rapida remissione dei sintomi algici.

Ferite Cutanee

Un’accurata valutazione di una ferita cutanea è un prerequisito per una pianificazione razionale della cura. Una ferita può essere descritta come una soluzione di continuo con o senza perdita di sostanza, di tessuto cutaneo o interno, prodotta da vari fattori esterni, ed è espressione di processi degenerativi provocati da fenomeni infiammatori, infettivi, da disturbi circolatori o da un danneggiamento tissutale per cause fisiche o chimiche. Il clinico dopo aver verificato l’eventuale presenza di tessuto necrotico, di granulazione, essudato, provvederà al debridment della porzione tissutale interessata. Il laser viene utilizzato per favorire in tempi rapidi, i processi riparativi, come descritto nel paragrafo di Biostimolazione/Analgesia, promuovendo la riepitelizzazione ed una guarigione senza esiti cicatriziali fibrosi. La radiazione interagendo con i cromofori catalizzatori della fosforilazione ossidativa, accelera la formazione di ATP, il carburante necessario per tutti i processi metabolici, compreso quello riparativo, innescato dall’aumento di produzione di collagene ed elastina da parte dei fibroblasti e della periostina, molecola proteica fondamentale per tutti i processi riparativi d’organo. Periostina si lega con le molecole strutturali extracellulari come il collagene di tipo I e le proteine di membrana come Integrina alfa beta3 e alfa beta 5 ed influenza attraverso i fibroblasti la fibrillogenesi del collagene. Il diametro della fibra di collagene si riduce in assenza di Periostina e TGF beta1 e in questa condizione predomina la presenza di metalloproteinasi e Interleuchina-1 che incrementano la loro concentrazione in ambiente infiammato. L’azione del laser produce un effetto antinfiammatorio, già descritto nei paragrafi precedenti, e una stimolazione diretta, mediando la sintesi di fibroblasti e Periostina, sulla produzione di collagene ed elastina.

Granuloma eosinofilo felino

Questa patologia che può colpire più specie animali, è caratterizzata dalla presenza di noduli, bolle, piccole cisti cutanee che determinano una sintomatologia infiammatoria. Nel cavallo è classificato tra le dermatiti nodulari di questa specie e presenta un'eziologia non ancora definita.

Il granuloma collagenolitico del cavallo è caratterizzato dalla presenza predominante di eosinofili ed il trattamento farmacologico prevede l'utilizzo di Triamcinolone, corticosteroide sintetico. In alternativa, il laser a diodo 810 nm per le intrinseche proprietà biologiche decontaminanti, antinfiammatorie, analgesiche e biostimolanti può esser utilizzato in alternativa valida rispetto alla terapia tradizionale.

Panniculite

È un processo infiammatorio che ha sede elettiva nel pannicolo adiposo, piuttosto comune negli animali domestici. Si presenta in varie forme a seconda della eziopatogenesi: pannicolite traumatica, pancreatica, nodulare idiopatica sterile, podale sterile frequente nel pastore tedesco, pannicolite post-iniezione e quella di origine infettiva (Nocardia, Actinomyces, Bartonella, Mycobacteria, Sporothrix, Toxoplasma, Dirofillaria et al.). In tutti questi casi, la pannicolite evolve per il rilascio di lipidi neutri da parte degli adipociti danneggiati e questo induce delle reazioni infiammatorie sul tessuto, di tipo granulomatoso.

Piodermite

Il distretto cutaneo ha diversi meccanismi di difesa per evitare la penetrazione e replicazione degli agenti patogeni. In presenza di lesioni, anche superficiali sulla cute dell’animale, possono innescarsi delle infezioni batteriche la cui gravità è legata alle condizioni immunitarie del paziente, alla profondità dei piani tissutali coinvolti, alla virulenza dell’agente patogeno e alla presenza di patologie concomitanti. FDA ha classificato in base alle complicanze cliniche queste infezioni batteriche che coinvolgono il derma. Quelle classificate come non complicate, come le Piodermiti causate da Gram-positivi, e quelle complicate sostenute da batteri Gram+, Gram-, virus che coinvolgono strutture profonde associate a patologie importanti ed immunosoppressione. Il clinico, nel caso di Piodermite (cavallo, cane, gatto et al.) che si manifesta in forma di Impetigine, follicolite, idrosadenite suppurativa, ascessi, può utilizzare il laser a diodo 810nm per un’efficace azione sterilizzante su Gram+, Gram e virus, in abbinamento alle proprietà intrinseche biologiche che determinano analgesia, antinfiammazione ed innesco dei processi riparativi come spiegato nei paragrafi precedenti, dopo aver formulato una diagnosi definitiva con l’esame citologico ed istopatologico. Nel caso di ascesso, il laser a diodo 810 nm può esser utilizzato con una fibra ottica attivata da 300 micron e a contatto sulla lesione per il drenaggio e per l’asportazione chirurgica.

Rigenerazione Tissutale

I meccanismi d’azione della radiazione sul tessuto epiteliale, connettivale, muscolare, osseo, nervoso, vascolare, si esplicano con l’accelerazione degli eventi biochimici e cellulari nell’organo bersaglio. Nel protocollo di Biostimolazione/Analgesia, sono state descritte le interazioni biologiche della luce del laser a diodo con i cromofori catalizzatori dei processi di fosforilazione ossidativa e di sintesi dell’ATP cellulare, come base necessaria per l’innesco dei processi riparativi, analgesici ed antinfiammatori. Il tessuto colpito da un evento patologico ha bisogno di fonti energetiche sufficienti per programmare gli steps necessari ai processi di riparazione tissutale. L’energia è fornita dalla fosforilazione ossidativa, che avviene all’interno della catena respiratoria mitocondriale, e che necessita di Ossigeno e di energia estratta da macromolecole come il glucosio, per sintetizzare ATP ed H2O. L’azione del laser si esplica a carico di una specifica deidrogenasi per il NADH e a livello di membrana mitocondriale con Citocromo A/A3, per assorbimento ottico legato alla presenza dell’eme, e che catalizza il trasporto di elettroni durante la fosforilazione ossidativa dallo stato orbitale al nucleotide. Fondamentale il ruolo della luce del laser a diodo sui processi infiammatori, con un’azione di vasodilatazione sulle cellule endoteliali vascolari, favorendo la canalizzazione dei globuli bianchi aderenti ai vasi del tessuto lesionato. Il laser stimola la produzione di NO, Ossido d’azoto, un radicale libero che produce necrosi batterica e stimola la respirazione cellulare nell’area lesionata, determinando un effetto di vasodilatazione sul sistema linfatico con riduzione rapida dell’edema. Nel 2007 LIM W et al. Hanno dimostrato che la radiazione del laser a diodo produce una diminuzione nella concentrazione di cicloossigenasi (COX) e di PGE nei tessuti infiammati, agendo anche sulla conduttività delle fibre nervose di tipo C amielinizzate, abbassando la soglia di eccitabilità dello stimolo doloroso. Altre ricerche come quelle di Hamblin et al. (Harvard e MIT) confermano che la radiazione del laser a diodo possa diminuire la concentrazione di citochine, interleuchina 1 e 6 e di TNF alfa, tamponando gli effetti degli osteoclasti e favorendo, in questo modo, la sintesi di nuova matrice ossea nei difetti, incrementando la sintesi degli osteociti, attraverso la stimolazione osteoblastica.

Rogna Rossa/Demodettica

Rogna Demodettica è una patologia causata da un acaro denominato Demodex Canis. Colpisce prevalentemente il cane e non è contagiosa per l’uomo o per altri animali se non in particolari condizioni di immunodepressione. Il contagio avviene dalla madre ai cuccioli che possono trasformarsi, senza manifestazioni patologiche, in portatori sani. L’acaro compie il suo ciclo vitale all’interno del bulbo pilifero e può causare eritemi cutanei, alopecia, lesioni pustolo-crostose e prurito. Per la risoluzione, alla terapia medica si può abbinare la terapia con il laser a diodo 810nm, per sterilizzare i distretti cutanei colpiti, per disinfiammare e creare analgesia fisiologica e con la fotobiostimolazione innescare i processi di guarigione tissutali.

Rogna Sarcoptica

Rogna sarcoptica è definita anche scabbia canina, patologia cutanea parassitaria dei canidi e volpi, anche se può essere trasmessa ad altri animali come il maiale, bovini, ovini, conigli, camosci e stambecchi et al, compreso il cavallo per contatto diretto con animali colonizzati dall’acaro Sarcoptes scabiei var. canis. Si manifesta con intenso prurito che nell’arco del tempo diventa incoercibile, sia per i danni diretti sulla cute sia per lo stato d’ipersensibilità innescato dal contatto con il materiale antigenico del parassita. Le lesioni interessano la regione del ventre e della testa dell’animale ed in particolare i padiglioni auricolari, la regione perioculare, gli arti, l’addome ed il torace. Le lesioni prodotte dall’acaro sono simili a scaglie e papule-crostose, che possono trasformarsi in lesioni secondarie quali erosioni, alopecia e complicazioni batteriche.

Sesamoidite

I sesamoidi sono due ossa presenti sulla porzione posteriore del nodello, fondamentali per lo scorrimento del legamento sospensore e per la stabilizzazione della stessa articolazione. Talvolta i sesamoidi possono esser colpiti da uno stato infiammatorio che provoca forme algiche acute nel cavallo, con un frequente coinvolgimento delle branche del legamento sospensore del nodello, determinando una patologia a carico del tessuto osseo e di quello ligamentoso. L'infiammazione colpisce, in modo particolare, i cavalli da corsa e da concorso, sottoposti a continui carichi di lavoro e di sollecitazione del legamento sospensore del nodello. Talvolta son da ricordare, anche cause anatomiche, con conformazione patologica dell'arto. Sesamoidite può produrre gravi forme algiche e zoppie pronunciate per la presenza in sede anatomica di tessuto altamente innervato. Il clinico, insieme a terapie riabilitative, ed eventualmente a terapia medica, può utilizzare il laser a diodo 810nm per gli effetti biologici della radiazione dell'infrarosso che si esplicano sul paziente con gli effetti antalgici, antinfiammatori e di innesco dei processi riparativi.

Terapia antalgica

La pubblicistica scientifica ha evidenziato come la lunghezza d'onda della radiazione del laser a diodo possa interagire con la guaina mielinica delle cellule di Schwann nel tessuto molle determinando una liberazione in sito di acetilcolina e serotonina e una drastica diminuzione delle prostaglandine. L'effetto analgesico “naturale” del laser a diodo permette al clinico di utilizzare l'anestetico in modo sporadico. È evidente che, considerando l'interazione e la grande affinità tra la radiazione luminosa e i tessuti pigmentati ricchi di emoglobina e melanina, l'utilizzo di vasocostrittori sia inutile e controproducente in particolari condizioni cliniche utilizzando il laser a basse potenze, perché ne rallenterebbe la capacità di taglio e di vaporizzazione.

Tigna

È una dermatofitosi, malattia che può colpire diversi animali (cavallo, cane, gatto ed altri) e la specie umana, ed è causata da un’infezione fungina. Nel cavallo rappresenta l’8% dei casi diagnosticati in dermatologia, ed è favorita dalla presenza di funghi patogeni cheratinofili e cheratolitici, che ristagnano sulla pelle, il pelo e le unghie dell’animale. Determina sulla cute del cavallo, prurito, alopecia, forfora ed è facilmente trasmissibile ad altri animali ed all'uomo (zoonosi). La patologia viene diagnosticata attraverso l'esame microscopico del pelo, l'esame citologico ed un'eventuale biopsia. Il laser a diodo 810nm può essere utilizzato nel trattamento di questa patologia zoonotica per gli effetti sterilizzanti, antinfiammatori e biorigenerativi, grazie all'applicazione di LLLT.

Vasculite

La vasculite è una patologia infiammatoria dei vasi sanguigni, e si manifesta con piccole lesioni emorragiche della cute sulle parti periferiche come la punta delle orecchie e coda dell’animale. L’eziopatogenesi può essere di origine infettiva e parassitaria, legata a patologie che scatenano effetti immunomediati o ad ipersensibilità da farmaci. Nel caso di vasculite infettiva e parassitaria, il clinico può utilizzare con successo terapeutico il laser a diodo 810nm, per le proprietà sterilizzanti, antinfiammatorie analgesiche, e di innesco dei processi riparativi, intrinseche alla luce emessa da quella lunghezza d’onda. In caso di vasculite non infettiva, legata a patologie sistemiche ed immunitarie, il laser a diodo va associato alle terapie mediche necessarie per la risoluzione clinica.

TRAUMATOLOGIA

Artriti

L’artrite è definita come un’infiammazione delle articolazioni e può coinvolgere una o più articolazioni in forma acuta o cronica. Tra le diverse forme di artrite sono incluse quella reumatoide, gottosa, settica, psoriasica e reattiva. I segni che la contraddistinguono sono il dolore, edema articolare con rigidità e sintomi correlati come la febbre. L’artrite può essere trattata sfruttando le proprietà terapeutiche di LLLT (laser terapia). Vasta Letteratura scientifica, dagli anni 60’ in poi, dimostrano che la radiazione del laser a diodo catalizza i processi riparativi incrementando la produzione di ATP, attraverso la fosforilazione ossidativa nella catena respiratoria mitocondriale, incrementa la trasformazione degli osteoblasti in osteociti bloccando l’azione di riassorbimento degli osteoclasti, svolge un’azione antiinfiammatoria abbattendo la concentrazione di Citochine, Interleuchine 1 e 6, TNF alfa, Cicloossigenasi e Prostaglandine.

Artrosi

È una patologia dovuta all’usura ed all’invecchiamento delle articolazioni. Colpisce le sedi più stressate dal carico, come la colonna vertebrale, anca, ginocchio, e può interessare nell’arto anteriore anche il carpo, metacarpo, sperone, falangi, e nell’arto posteriore il tarso, metatarso ed ossa delle dita dell’arto pelvico. I sintomi più comuni associati dell’artrosi sono il dolore, la rigidità e limitazione articolare, causati da un deterioramento della cartilagine, che nel tempo, perde la propria elasticità con un aumento dell’attrito tra le superfici ossee all’interno di una articolazione. Una sintomatologia correlata prevede l’infiammazione dei tendini e dei legamenti articolari, che produce sensazioni dolorifiche anche acute. L’utilizzo di THERASURGIVET può determinare, nel caso di artrosi, un effetto analgesico, per mediazione diretta, influenzando la concentrazione dei neurotrasmettitori responsabili della trasmissione algica, con depolarizzazione di membrana a livello delle guaine mieliniche, ed un’efficace azione antinfiammatoria per l’interazione diretta sui mediatori coinvolti come le citochine, interleuchine e Tnf alfa.

Contratture

La condizione di contrattura si presenta come un irrigidimento, senza lesione muscolare, e può essere associata ad un dolore continuo con limitazioni a livello funzionale. Raramente i sintomi, possono presentarsi anche di tipo nevralgico con parestesie e formicolii. L’applicazione terapeutica del laser svolge, come già evidenziato per altre condizioni cliniche, un’azione analgesica ed antinfiammatoria che conduce ad una rapida scomparsa dei sintomi. I traumatismi a carico dell’apparato muscolare trattati con il laser, evolvono con tempi di recupero ridotti ed una restitutio ad integrum soddisfacente per il decorso clinico. Nel caso di lesioni di minor entità come può essere classificata una contrattura, il tempo di recupero è più rapido con una verifica clinica e diagnostica sorprendente.

Contusione

Una contusione è spesso legata ad un trauma diretto che non compromette l’integrità dei distretti tissutali interessati, ed è causata da una compressione delle parti molli. I traumi contusivi possono essere classificati in tre gradi. Il primo è caratterizzato dalla presenza di ecchimosi, il secondo dalla presenza di ematomi e il terzo da necrosi cutanea che evolverà verso la formazione di un’ulcera con presenza di sintomi febbrili. L’utilizzo del laser con l’applicazione della fotobiostimolazione consente una rapida risoluzione dell’evento traumatico per l’azione combinata di analgesia ed effetto antinfiammatorio. La bio ottica stimolazione dei fibroblasti e la successiva proliferazione e migrazione, induce una rapida guarigione del tessuto colpito dalla contusione. Hamblin et al nel 2007 dimostrano un incremento, a seguito dell’irradiazione con il laser a diodo di tessuto lesionato, di SMA e degli effetti analgesici indotti dalla fotobiostimolazione. Ricordiamo come l’evidenza di attività analgesica con il laser avvenga su un tessuto lesionato e non sul tessuto sano. Letteratura scientifica ha verificato che la radiazione del laser a diodo agisce sulla pompa sodio-potassio con un effetto iperpolarizzante, sulle guaine mieliniche, che rende inefficace lo stimolo recettoriale.

Chiodo di strada

Sono delle lesioni prodotte da chiodi o altri corpi estranei sulla faccia plantare del piede del cavallo. L’infezione causata dal corpo estraneo può evolvere rapidamente soprattutto se penetra in profondità nei tessuti, e deve essere rimosso il prima possibile, per evitare conseguenze nefaste come quelle causate dal tetano. Anche durante la ferratura del cavallo, l’inchiodatura può determinare una lesione profonda causata da un chiodo destinato a tenere fermo il ferro allo zoccolo. L’utilizzo del laser a diodo 810nm, insieme a pratiche di profilassi antitetanica ed antibioticoterapia per via sistemica, è molto efficace, durante la rimozione del corpo estraneo, per sterilizzare in profondità la ferita e, con la successiva fotobiostimolazione, innescare rapidamente i processi riparativi.

Discopatie

Il disco intervertebrale è composto dal nucleo polposo e dall’anulus fibroso. Con l’evolversi del tempo si verifica una progressiva degenerazione del disco che coincide con una riduzione del contenuto idrico nel nucleo polposo. Questa variazione di concentrazione idrica può condurre alla comparsa di disordini strutturali quali la diminuzione del volume dell’altezza del disco, invaginazione e fissurazione delle fibre dell’anulus fibroso esterno, con formazione di tessuto di granulazione ipervascolarizzato e tessuto cicatriziale. È dimostrato che le sollecitazioni meccanico-pressorie esercitano uno schiacciamento ed allargamento del disco integro minore rispetto a quello degenerato e che il disco degenerato non riacquisterà completamente il suo iniziale spessore una volta rimosso il carico. Il trattamento terapeutico con il laser è indirizzato a realizzare un effetto antiinfiammatorio ed antalgico in profondità ed una biostimolazione che produce vasodilatazione nel sistema linfatico ed una neoangiogenesi per poter lenire gli effetti compressivi.

Distrazione Muscolare

È una grave lesione che causa la rottura di alcune fibre del muscolo, generalmente provocata da un’ improvvisa ed eccessiva sollecitazione. Questa condizione clinica può essere denominata, a seconda della gravità, come strappo di primo, secondo e terzo grado. Quando accade si dovrebbe immobilizzare il muscolo interessato ed evitare il carico dell’arto da parte dell’animale. Utili impacchi freddi, il più precocemente applicati. I traumatismi a carico dell’apparato muscolare trattati con il laser evolvono con tempi di recupero ridotti ed una restitutio ad integrum soddisfacente per il decorso clinico. L’indicazione all’utilizzo del laser prevede il trattamento fino alle lesioni distrattive di III grado con tempi mediamente di recupero più lunghi in presenza di lesioni gravi (mediamente inferiori ai 45 giorni). Gli esami diagnostici radiografici pre e post-trattamento sono necessari per valutare il decorso clinico dell'animale.

Edemi

L’edema è una condizione clinica che determina nell'animale una ritenzione di liquidi linfatici (idropisia) con conseguente accumulo nei tessuti. Le cause possono essere molteplici ed includono lesioni o traumi di origine muscolare, tendinei, infezioni, allergie, patologie renali, epatiche, cardiache, della tiroide, squilibri ormonali e pressori. Le forme più lievi tendono a regredire spontaneamente ma un ausilio terapeutico fondamentale è l’utilizzo del laser a diodo, la cui azione si esplica non per incremento termico ma per modifica del livello energetico cellulare. Le cellule dell’organo bersaglio, del distretto anatomico colpito dall’edema, vengono indotte, dalla luce del laser, a modificare il passaggio di stato di elettroni periferici in orbitali, ad un più elevato livello energetico. Questi cambiamenti rappresentano gli effetti primari della radiazione sui cromofori catalizzatori di energia come Citocromo-C ossidasi, NADH, Superossido desmutasi, proteine fotorecettive come Encefalopsine e Porfirine endogene. La fotobiostimolazione conduce al rapido innesco dei processi riparativi, analgesici ed antinfiammatori. Il laser stimola la produzione di Ossido d’Azoto (NO), un radicale libero in grado di provocare necrosi batterica e di stimolare la respirazione cellulare (attraverso le catene respiratorie mitocondriali). Il tessuto lesionato presenta edema per essudazione liquida che causa una compressione che mantiene alta la soglia del dolore nell’area lesionata. Il laser determina una vasodilatazione sul sistema linfatico con una riduzione precoce dell’edema. A livello molecolare la Letteratura scientifica ha verificato che la luce del laser a diodo, su distretti organici infiammati ed edematosi, determina una diminuzione delle Cicloossigenasi (COX) e delle Prostaglandine PGE e PGF, producendo un effetto a cascata inibitorio su edema e dolore.

Ematomi

L’ematoma deriva da una lesione di tipo traumatico che, senza causare lacerazioni dell’epidermide, determina una compressione con infiltrazione e raccolta di sangue all’interno dei tessuti molli sottostanti e rottura di vasi con infiltrazione muscolare. Per questa evenienza clinica l’utilizzo del laser è consigliabile per le proprietà emostatiche-coagulative, dovute all’elevata selettività della sua lunghezza d’onda per l’emoglobina e per i meccanismi d’azione della fotobiostimolazione sui processi riparativi d’organo. Il tessuto colpito da un evento patologico necessita di fonti energetiche sufficienti per programmare i processi riparativi. L’energia è fornita dalla fosforilazione ossidativa prodotta all’interno della catena respiratoria mitocondriale, necessaria per la produzione di ATP. L’azione del laser si esplica a carico di una specifica deidrogenasi per il NADH, favorendo il passaggio di elettroni periferici dal substrato al nucleotide. In particolare la radiazione interagisce con citocromo A/A3, costituito da proteine con un gruppo ferro-protoporfirinico simile all’emoglobina. Letteratura recente dimostra che ATP sintetizzato in seguito alla fotobiostimolazione mostra un aumento quantitativo considerevole e questo determina la catalizzazione dei processi riparativi cellulari e del tessuto sede della lesione.

Igroma

Igroma è una sacca sierosa piena di liquido incapsulato all’interno di tessuto connettivale fibroso. Comunemente è riscontrabile nelle vicinanze dell’olecrano, prominenza ossea della porzione terminale dell’ulna, nell’articolazione del gomito. E’ caratterizzato da un processo infiammatorio che nel tempo può trasformarsi in una sacca connettivale fibrosa, piena di liquido sinoviale. Si presenta come una tumefazione globosa, fluttuante, edematosa, che può trasformarsi in massa compatta con l’avanzare del processo infiammatorio. L’utilizzo del laser con il protocollo di fotobiostimolazione consente, al clinico utilizzatore, di ottenere un’efficace azione antinfiammatoria ed analgesica, indirizzando, durante le prime fasi della malattia, ad una risoluzione dei sintomi. Anche nell'animale con uno stato patologico cronicizzato, la radiazione risulta efficace per stabilizzare e migliorare i sintomi ed alleviare le algie dolorose.

Laminite o Podoflemmatite

Laminite è un infiammazione a carico dei tessuti molli del piede, e nei casi gravi può provocare il distacco delle lamine dall’osso podalico. L’infiammazione causa disturbi di deambulazione e colpisce la parete dorsale degli zoccoli. I cavalli colpiti da laminite deambulano in modo forzato da sembrar muoversi “sulle spine”. Le cause sono molteplici e possono esser correlate ad un regime alimentare ricco di carboidrati, dal lavoro prolungato su terreni accidentati, dal sovrappeso, da infezioni trascurate, da intossicazione da farmaci ed altre ancora. Il Laser a diodo 810nm per le proprietà biologiche intrinseche della radiazione nell’infrarosso, determina un'efficace azione antinfiammatoria ed antalgica sui tessuti molli convolti dall'evento patologico, innescando i processi di guarigione. Alla terapia laser il clinico può abbinare l’uso di antinfiammatori non steroidei, in fase acuta, e può decidere di affiancare un controllo sull’apporto di calorie e consigliare un regime alimentare ricco di fibre con vitamine e minerali essenziali e con pochi zuccheri ed amidi. Consigliabile anche l’ammollo del fieno e l’utilizzo di fieno maturo in sostituzione di quello fresco. Importante incoraggiare il movimento e la deambulazione del cavallo evitando la sedentarietà e l’eccessiva assunzione di foraggio.

Lesioni Muscolari

Il clinico deve valutare l’importanza di un accorciamento drastico dei tempi di recupero biologici sui pazienti traumatizzati con lesioni muscolari. Ma proprio sul recupero rapido deve disporre di appropriate valutazioni, ed indirizzare un’attenzione particolare all’ausilio delle indagini diagnostiche disponibili. E’ fondamentale che non ci si limiti ad un miglioramento o alla scomparsa della sintomatologia dolorosa. Il clinico ha la necessità deontologica di verificare e certificare che il quadro clinico e la prognosi siano collegati alla remissione completa della patologia. Il laser con l’ausilio del manipolo terapeutico determina una riduzione immediata della sintomatologia dolorosa che si accompagna ad una remissione favorevole, dal punto di vista prognostico, del quadro clinico. La scelta tecnica e clinica di non utilizzare il distanziatore permette al clinico di variare a sua discrezione la distanza del raggio dalla lesione, modificando la penetrazione dello stesso nel tessuto e creando fasci fotonici iper focalizzati (avvicinamento alla cute) o defocalizzati (allontanamento dalla cute). Il tempo di irraggiamento, valutabile dal clinico a seconda delle condizioni patologiche dell'animale, è mediamente di 3/4 minuti per campo. Questi parametri permettono al raggio laser di raggiungere i tessuti lesi in profondità, evitando l’ausilio chirurgico in prima battuta. Il vantaggio clinico dell’utilizzo del laser è la riduzione dei tempi di recupero rispetto alle tradizionali terapie. L’operatore clinico deve affidarsi non soltanto alla verifica dell’evidenza clinica ma anche alle indagini diagnostiche specifiche per oggettivare la reale evoluzione della patologia. I traumatismi a carico dell’apparato muscolare trattati evolvono con tempi di recupero ridotti ed una restitutio ad integrum soddisfacente per il decorso clinico.

Lesioni Tendinee

Insieme alle lesioni acute come la rottura tendinea (per la quale è necessario il trattamento chirurgico) si presentano forme ad evoluzione cronica come le tendinopatie. Questa patologia è invalidante e spesso è causata da un sovraccarico a cui viene sottoposto l’apparato locomotore dell’animale. Queste lesioni possono essere trattate con prognosi favorevole grazie all’ausilio del laser. Gli esami diagnostici radiografici pre e post-trattamento sono necessari per valutare il decorso clinico dell'animale. I traumatismi a carico dell’apparato tendineo trattati con il laser evolvono con tempi di recupero ridotti ed una restitutio ad integrum soddisfacente per il decorso clinico.

Osteoartrite Acuta/Cronica

L’osteoartrite nell’animale è una patologia comune e diffusa. E’ caratterizzata da una progressiva degenerazione a livello articolare, accompagnata da sensazioni dolorifiche e con limitazioni progressive della mobilità dell’articolazione interessata. Si evidenziano in fase di progressione, danni alla cartilagine ed ai tessuti circostanti, con edema e rigidità al risveglio o in mancanza di attività. I sintomi si attenuano quando l’animale si riattiva e l’articolazione viene rimessa in movimento. In sostituzione della terapia con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), il laser può esplicare, in tale condizione patologica, un’efficace azione antinfiammatoria ed antalgica come evidenziato nei paragrafi precedenti, in associazione con sedute di fisiokinesiterapia. Il laser a diodo permette un recupero clinico soddisfacente rispetto agli schemi tradizionali terapeutici, e con l’applicazione di LLLT un’efficace stabilizzazione articolare.

Osteocondrite

L'osteocondrite è una patologia su base infiammatoria che colpisce il tessuto osseo e cartilagineo durante il periodo di accrescimento, in epoca giovanile, in particolare nel cane, e coinvolge l'articolazione della testa dell'omero, i condili femorali, del tarso, del sacro e della mandibola. Nelle fasi iniziali si manifesta con un deficit di produzione di osso sub-cartilagineo da parte della cartilagine articolare e con un proprio aumento di volume e spessore dei condrociti che porta alla morte cellulare. La biostimolazione con il laser a diodo 810nm determina, oltre ai noti effetti antalgici, antinfiammatori e rigenerativi, un aumento nella produzione di osteociti dagli osteoblasti, inibendo la sovraproduzione di osteoclasti. La radiazione nell'infrarosso a 670 e 810nm determina una dinamica equilibrante tra cellule e matrice, nei tessuti, compreso quello osseo, catalizzando la produzione di molecole proteiche definite matricellulari, come Periostina, TGF alfa, BMP-2 (fattori di crescita) ed HSP 70, fondamentali per l'innesco dei processi riparativi d'organo e tissutali. E' di fondamentale importanza, per la prevenzione di questa condizione patologica, un regime alimentare con un controllo costante delle calorie assorbite dall'animale. La diagnosi certa valutata con mezzi radiografici come RM, TC, artroscopia. In una strategia terapeutica articolata, insieme a PRP, cellule staminali o pluripotenziali, l'azione del laser a diodo velocizza i processi di rigenerazione ossea, come vasta Letteratura revisionata ha dimostrato.

Patologia Navicolare

È un’infiammazione che colpisce l’ultima articolazione interfalangea distale del piede del cavallo comprendendo altre parti anatomiche come l’osso navicolare, la borsa podotrocleare del navicolare ed il flessore digitale profondo, insieme ai legamenti sesamoidei ed al legamento anulare digitale distale. Le strutture interessate dalla patologia navicolare possono andare incontro ad alterazioni degenerative dell’osso subcondrale, erosioni, aderenze che inibiscono la deambulazione. Di non semplice diagnosi, questa infiammazione determina durante la deambulazione del cavallo un arto meno sollevato con un’incompleta estensione dell’articolazione del ginocchio. Le cause della malattia sono sconosciute anche se il carico gravoso come il salto ad ostacoli potrebbe spiegarla.

Il Laser a diodo 810nm consente con applicazioni ripetute di fotobiostimolazione e terapia medica, un’azione analgesica ed antinfiammatoria che può produrre ad una rapida scomparsa dei sintomi sull'articolazione colpita dall'infiammazione.

Putrefazione del fettone

È caratterizzata da un'infiammazione ed infezione del fettone che tende nel tempo, se non trattata, ad ulcerarsi, con rammollimento della sostanza cornea e fuoriuscita dal tessuto podovilloso, un escreato maleodorante. Se trascurata, questa condizione può condurre al cosiddetto cancro del fettone. La prevenzione, attuando misure di pulizia frequente sugli zoccoli e del box, e le ferrature affidate a personale esperto, è di fondamentale importanza per evitare al cavallo tale condizione clinica.

Il Laser a diodo 810nm, integrato a terapia medica, consente un'efficace decontaminazione del tessuto colpito dall'evento patologico con un’azione analgesica ed antinfiammatoria che conduce ad una rapida restitutio-ad-integrum.

Rabdomiolisi

È una patologia che può determinare condizioni cliniche invalidanti nel cavallo, che colpito, mostra un'andatura rigida, presenza di crampi muscolari, algie di grado variabile e riluttanza nel deambulare durante pratiche di esercizio lieve o moderato. Questa condizione è osservabile anche dopo sforzi prolungati o trasferimenti di lunga durata. La diagnosi viene convalidata sui segni clinici e dalla presenza aumentata di enzimi muscolari nel siero, come CK (creatinachinasi), LDH (latticodeidrogenasi) e AST (aspartato-aminotransferasi). Ai sintomi già descritti, possono manifestarsi condizioni di intensa sudorazione, disidratazione, intense algie e urine scure ricche di sostanze organiche. Per la prevenzione di tale condizione clinica, è di fondamentale importanza la programmazione del carico di lavoro e di un regime alimentare compatibile a supportare un'attività fisica intensa. Il clinico, nel caso evidenziasse algie ed infiammazione per il cavallo affetto da rabdomiolisi, può utilizzare efficacemente il laser a diodo 810nm, per una terapia di supporto e per gli effetti analgesici ed antinfiammatori della radiazione nell'infrarosso.

Sobbattitura

È una contusione delle suola, dei talloni e di altre parti del piede e si manifesta con ematomi e trasudazione di sangue nella sostanza cornea, e a volte possono verificarsi delle suppurazioni e formazioni di ascessi. Le cause principali della contusione sono da ascriversi alla presenza di terreno irregolare e sassoso o da ferri mal posizionati o non adatti al cavallo. Il Laser a diodo 810nm per questa condizione clinica determina coagulazione immediata su perdite ematiche, decontaminazione e biostimolazione tissutale.

Spondiloartrosi

È una malattia degenerativa della cartilagine dei dischi intervertebrali. L’artrosi della colonna produce variazioni morfologiche per i dischi intervertebrali, le cavità articolari e le articolazioni unco-vertebrali. I sintomi consistono in dolore, rigidità e spesso blocchi della deambulazione. Il dolore a causa della compressione delle radici nervose, può essere riflesso, radicolare con parestesie con riduzione dei riflessi osteo-tendinei. Il protocollo terapeutico per spondiloartrosi prevede l’utilizzo del laser in ausilio con terapie combinate. L’effetto antalgico ed antinfiammatorio del laser a diodo descritto nei paragrafi precedenti, portano ad un sollievo per i sintomi dolorosi con un’importante riduzione della flogosi, rallentando in questo modo il processo evolutivo.

Stiramento Muscolare

Lo stiramento muscolare, definito elongazione, è una lesione muscolare di lieve o media entità, con allungamento eccessivo di uno o più muscoli, con comparsa di ematoma per rottura di piccoli vasi. Sono stati evidenziati, nei paragrafi precedenti, i vantaggi clinici della radiazione del laser a diodo, che produce con LLLT una catalizzazione sui processi riparativi, con effetti analgesici ed antinfiammatori, e con tempi di recupero rapidi.

Tarlo o Micosi ungueale

L’onicomicosi è una forma infettiva fungina causata dall’Achorion Keratophagus che insinuandosi nelle screpolature dello zoccolo determinano fragilità ed infezione a carico dell’unghia. Il laser a diodo 810nm in questa particolare condizione clinica viene utilizzato per decontaminare la zona infetta e con la successiva fotobiostimolazione, per innescare gli effetti analgesici, antinfiammatori e riparativi che producono una veloce risoluzione della patologia.

Tendinopatia Acuta

Si descrive una tendinopatia acuta quando si osserva edema ed infiammazione con eventuale rottura parziale o completa del tendine. Tra le principali tendinopatie vengono incluse quelle inserzionali, tenosinoviti, peritendiniti, tendinosi con interessamento della giunzione osteo-tendinea. Insieme alle lesioni acute come la rottura tendinea (per la quale è necessario il trattamento chirurgico) si presentano forme acute con massiva infiammazione ed edema. Gli effetti della biostimolazione (LLLT) possono favorire un importante recupero funzionale del tendine infiammato, con una prognosi favorevole, senza dover ricorrere a dosi frequenti di FANS.

Gli esami diagnostici radiografici pre e post-trattamento sono necessari per valutare il decorso clinico dell'animale.

Tendinopatia Cronica

Patologia causata, nella maggior parte dei casi, da un sovraccarico funzionale che determina fenomeni degenerativi di lunga durata. Insieme alle lesioni acute come la rottura tendinea (per la quale è necessario il trattamento chirurgico) si presentano forme ad evoluzione cronica come le tendinopatie. Questa patologia è invalidante e spesso è causata da un sovraccarico a cui viene sottoposto l’apparato locomotore dell'animale. Queste lesioni possono essere trattate con prognosi favorevole grazie all’ausilio del laser. Gli esami diagnostici radiografici pre e post-trattamento sono necessari per valutare il decorso clinico dell'animale. L’effetto della fotobiostimolazione e di analgesia accelera gli eventi biochimici, molecolari e cellulari nell’organo bersaglio. L’azione si esplica non per incremento termico ma per una conseguente modificazione del livello energetico cellulare. Le cellule dell’organo bersaglio vengono indotte, dalla radiazione a modificare il proprio stato elettronico, con il passaggio di stato di elettroni periferici in orbitali, ad un livello energetico superiore. In particolare sono coinvolti durante la fotobiostimolazione dei cromofori catalizzatori come i citocromi della catena respiratoria mitocondriale, il nicotinammide adenosin dinucleotide ridotto (NADH), il superossido desmutasi (SOD), proteine fotorecettive come le porfirine endogene e la periostina, inducendo un aumento della sintesi di ATP, carburante necessario per tutti i processi metabolici. L’attivazione dei cromofori catalizzatori conduce agli effetti secondari di stimolazione cellulare, condizione necessaria per i processi riparativi e gli effetti analgesici indotti dalla fotobiostimolazione. I traumatismi a carico dell’apparato tendineo trattati con il laser evolvono con tempi di recupero ridotti ed una restitutio ad integrum soddisfacente per il decorso clinico.

Traumatologia generale

Il laser a diodo può essere utilizzato in ambito traumatologico seguendo il protocollo pre-impostato. In particolar modo per lesioni muscolari (contusione, ematoma, schiacciamento muscolare, contrattura, stiramento, strappo muscolare), lesioni tendinee acute (rotture od avulsione ossea inserzionale) e croniche (tendinopatie), lesioni articolari acute (distorsione, lussazione), lesioni ligamentose, lesioni della cartilagine e lesioni ossee (fratture, microfratture, periostiti).

L'accertamento ecografico viene eseguito prima e successivamente al trattamento laser per monitorare l'iter terapeutico.

Trigger Point

La tecnica terapeutica sul Trigger point, è utilizzata per il trattamento delle lesioni muscolari. I Trigger points o punti grilletto rappresentano una sintomatologia frequente sia per la specie umana che per quella animale, e il sintomo, come da definizione di Travell e Simons, può essere definito come sindrome miofasciale dolorosa. Si manifesta con la presenza di un dolore profondo e ben delimitato all’interno di una contrattura muscolare localizzata, talvolta con evidenza di tessuto cicatriziale causato da una prolungata contrattura muscolare che produce edema ed ipossia tissutale. Il Trigger può coinvolgere le terminazioni delle cellule del sistema nervoso, provocando una depolarizzazione di membrana nelle guaine mieliniche, con aumento della sensibilità dolorosa che può cronicizzarsi. L’utilizzo del laser a diodo determina un effetto analgesico fisiologico indotto dalla diminuzione della concentrazione dei neurotrasmettitori responsabili della trasmissione dolorifica, ed una efficace azione antinfiammatoria nell’influenzare la concentrazione dei mediatori infiammatori come le citochine, interleuchina-1, interleuchina-6 e TNF alfa.

CHIRURGIA

Adenoma

È un tumore che origina dalle cellule epiteliali, caratterizzato da uno scarso potere infiltrativo e metastatizzante. Prima di valutare e scegliere la via terapeutica, è fondamentale una diagnosi certa con esami citologici e biopsie. Per l’escissione delle neoformazioni adenomatose, la chirurgia con il laser a diodo 810nm rappresenta una scelta d’elezione per il chirurgo.

Carcinoma Basocellulare

Il carcinoma basocellulare si evidenzia come una neoformazione papulare o nodulare superficiale, a lento accrescimento, derivato da cellule epidermiche. Questo carcinoma deriva dai cheratinociti vicini allo strato basale. La metastatizzazione è rara ma la crescita in situ può essere distruttiva per i tessuti coinvolti. La diagnosi conclusiva viene formulata con la biopsia. Frequente nel gatto (15-26%), meno nel cane con un’incidenza intorno al 4-12%. Le sedi elettive sono testa, collo, tronco ed arti. Se valutata, come approccio terapeutico, l’asportazione chirurgica effettuata con il laser a diodo risulta una pratica conservativa come già evidenziato in altre applicazioni alla quale seguirà, al termine dell’intervento, la fotobiostimolazione per indurre dei rapidi effetti rigenerativi sul tessuto trattato.

Carcinoma Squamoso

Il carcinoma squamocellulare è una neoplasia che si manifesta con delle lesioni crostose a livello delle aree ipopigmentate del naso, delle pinne auricolari e del canto mediale dell’occhio che rappresentano le aree più esposte ai raggi UVA e UVB. Il rischio di sviluppare questa patologia è più frequente nei gatti con mantello bianco anche se non di rado riscontro anche su mantello di colore diverso dal bianco, soprattutto in aree non coperte dal pelo ed è il secondo tipo più comune di tumore nei cavalli. Il clinico per confermare la diagnosi può effettuare l’esame bioptico, e nel più breve tempo possibile per garantire un esito più favorevole.

Cheratoacantoma

Tumore benigno che colpisce la porzione cellulare della parete dello zoccolo epidermico. Il sintomo più comune che evidenzia questa patologia è l'instabilità deambulatoria del cavallo ed è associato ad un'algia concomitante. È sempre preferibile per diagnosticare la patologia, prescrivere una radiografia o una Risonanza magnetica, ma procedere, per la diagnosi definitiva, all'esame istologico del tessuto asportato. Per trattare il cheratoma è prevista la rimozione chirurgica completa, dell'osso della corona. Il laser a diodo 810nm viene utilizzato, durante l’asportazione del cheratoacantoma, in simbiosi con gli strumenti tradizionali, per decontaminare, coagulare, disinfiammare le zone chirurgiche e con la fotobiostimolazione post-chirurgica, innescare una rapida rigenerazione tissutale.

Cheratosi Solare

La sovraesposizione alle radiazioni solari può provocare numerosi effetti biologici sulla cute dei mammiferi, come l’insorgenza di tumori che si differenziano in cellule squamose: cheratosi e carcinoma squamoso attinico. Ricordiamo che le radiazioni UVB tra i 200 e i 400nm sono cancerogene. Dopo aver definito con una diagnosi certa la patologia, la forma terapeutica d’elezione, durante la fase iniziale, e per lesioni superficiali (profondità <0,5 cm) nel caso di cheratosi attinica e carcinoma squamoso, è quella fotodinamica. L’azione citotossica è legata all’attivazione di un agente fotosensibilizzante da parte di una radiazione con delle specifiche di lunghezza d’onda. Il fotosensibilizzante (acido 5 aminolevulinico) viene iniettato in endovena o lasciato in situ sulla lesione per 3 ore, che viene irradiata da una una luce 650nm e 810nm. La reazione fotochimica che ne risulta, determina la formazione di Specie Reattive tossiche (ROS) a base di ossigeno singoletto, responsabile di apoptosi cellulare sulle cellule cancerose. I vantaggi di questa terapia sono legati all’assenza di tossicità sistemica, possibilità di ripetere il trattamento in caso di recidiva, combinazione con altri tipi di trattamento ed evoluzione terapeutica favorevole dal 75 al 100% dei casi trattati.

Chirurgia generale

L'utilizzo del laser a diodo in numerose patologie del cavo orale si è rivelato insostituibile in quanto offre numerosi vantaggi dal punto di vista clinico rispetto ai sistemi tradizionali.

In particolare, il trattamento laser determina un minor danno tissutale, un'ottima coagulazione con un'eccellente visione del campo operatorio, un decorso post-operatorio con edema ridotto e guarigione predicibile. Il ridotto raggio d'azione della radiazione laser riduce notevolmente il pericolo di trauma strumentale. Uno strumento elettrochirurgico procura un danno minimo tissutale che riguarda circa 400 strati cellulari, mentre il bisturi tradizionale almeno 200, accompagnati entrambi da emorragia intracellulare. Il laser a diodo, invece, si limita a 2-6 strati cellular con una perfetta coagulazione e con un'azione battericida di indubbio vantaggio clinico. La radiazione luminosa catalizza i tempi di guarigione tissutale e non causa fascicolazione muscolare.

Emostasi

La proprietà emostatica-coagulativa della radiazione del laser a diodo è dovuta all'elevata affinità della sua lunghezza d'onda con l'emoglobina. Questa capacità può essere sfruttata per controllare il sanguinamento che segue manovre indotte dagli strumenti tradizionali. Tale proprietà assume fondamentale importanza per il clinico che deve intervenire su pazienti in cura con antiaggreganti piastrinici.

Fibroma Peduncolato

Il fibroma è caratterizzato da un'iperplasia reattiva del tessuto connettivo con sede abituale nella mucosa geniena, sulla lingua e sul palato. Il trattamento con il laser a diodo permette l'escissione del fibroma in modo rapido (garantendo l'estensione oltre i margini), con una perfetta emostasi e spesso senza l'utilizzo di anestetici.

Fistole

La capacità della radiazione luminosa del laser a diodo di decontaminare e ridurre in modo logaritmico le colonie batteriche permette al clinico di intervenire in situazioni difficili e con tempi applicativi rapidi.

Il protocollo di intervento per una periodontite apicale fistolizzata cutanea dimostra che questo tipo di patologia può essere trattata con una seduta endodontica.

Ipercromia epiteliale

Nel caso di ipercromie gengivali, il clinico dovrà stabilire una diagnosi corretta che escluda la presenza nell’epitelio di formazioni potenzialmente maligne. Le ipercromie gengivali di più frequente riscontro sono lesioni causate da una concentrazione, oltre il limite fisiologico, di melanina all’interno dell’epitelio gengivale. Possono presentarsi a morfologia piana con una colorazione che vira dal blu al marrone scuro. Singole o multiple, si riscontrano sulle labbra, sulla mucosa gengivale e sul palato.

Lago Venoso

Sul piano anatomo-patologico e in base alla classificazione nosografica bisogna distinguere gli emangiomi immaturi (tuberosi, sottocutanei e misti) dalle lesioni vascolari propriamente dette

(capillari, artero-venose, linfatiche,venose e sistemiche). Spesso, infatti, viene attribuito lo stesso nome a lesioni differenti creando confusione per quanto riguarda la fisiopatologia ed il trattamento clinico.

L'utilizzo del laser a diodo nelle anomalie vascolari ha permesso un notevole progresso nelle tecniche di trattamento con risultati non raggiungibili con gli strumenti tradizionali.

L'interazione e la grande affinità tra la radiazione luminosa del laser a diodo e i cromofori tissutali consentono al clinico di operare su un campo operatorio decontaminato e ben visibile con tempi di guarigione precoci e in assenza di esiti post-chirurgici.

Lesioni vascolari: Emangiomi

Sul piano anatomo-patologico e in base alla classificazione nosografica bisogna distinguere gli emangiomi immaturi (tuberosi, sottocutanei e misti) dalle lesioni vascolari propriamente dette (capillari, artero-venose, linfatiche,venose e sistemiche). Spesso, infatti, viene attribuito lo stesso nome a lesioni differenti creando confusione per quanto riguarda la fisiopatologia ed il trattamento clinico.

L'utilizzo del laser a diodo nelle anomalie vascolari ha permesso un notevole progresso nelle tecniche di trattamento con risultati non raggiungibili con gli strumenti tradizionali.

L'interazione e la grande affinità tra la radiazione luminosa del laser a diodo e i cromofori tissutali consentono al clinico di operare su un campo operatorio decontaminato e ben visibile con tempi di guarigione precoci e in assenza di esiti post-chirurgici.

Mastocitoma

Il mastocitoma è un tumore che prende origine dai mastociti, cellule coinvolte nelle reazioni anafilattiche, allergiche e di ipersensibilità e che rilasciano in condizione di infiammazione sostanze vasoattive come l’istamina e la serotonina. È un tumore caratterizzato da una biologia diversificata, con forme localizzate, a volte benigne, ed apparire come una patologia metastatica. Rappresenta la più comune neoplasia cutanea nel cane con un’incidenza intorno al 15-21% rispetto agli altri tumori cutanei, con uno sviluppo nelle regioni del tronco, perineale, arti, collo e testa. Talvolta le metastasi sono riscontrabili a livello di linfonodi, milza, fegato, polmoni, midollo osseo e tessuto molle del cavo orale. Il grado istologico diventa il fattore prognostico più importante, perché i mastocitomi meno aggressivi sono trattati con la esclusiva chirurgia, mentre quelli più invasivi, dopo la chirurgia vanno trattati con terapie mediche.

Otoematoma

È una raccolta ematica nella pinna auricolare di gatti e cani ed è visibile al clinico con un edema sottocutaneo che tende, nel tempo, a causare algie acute nel padiglione auricolare ed, in seguito, otiti. La causa primaria di otoematoma è di origine traumatica. La terapia, nella maggior parte dei casi è quella di associare terapia medica e chirurgia. Il laser a diodo 810nm è uno strumento importante per affrontare tale evenienza clinica. Consente al clinico di drenare la lesione chirurgicamente, disinfiammandola in emostasi e sterilizzandola in modo efficace, applicando di seguito LLLT (Low Level Laser Therapy) con un manipolo terapeutico per determinare l’innesco dei processi di guarigione tissutale con stimolazione, attraverso la sintesi accelerata di ATP, di collagene ed elastina, coinvolgendo le molecole matricellulari come Periostina, TGF-beta e BMP-2.

Papilloma Peduncolato

I papillomi nel cane, nel gatto ed in altre specie animali sono delle forme tumorali cutanee frequenti. Possono presentarsi, alla prima osservazione, in forma benigna che può evolvere in forma maligna o cronicizzarsi. La loro origine, prevalentemente, viene associata alla presenza con il papilloma virus e si presentano in forma riconoscibile con una massa rilevata rispetto alla cute, in diversi ristretti e morfologia. Talvolta, se localizzato sul piede, può presentarsi in forma incistata che necessita di un’escissione profonda rispetto al piano cutaneo.

Pilomatricoma

Tumore benigno che si sviluppa dalla matrice del pelo. Può essere osservato nel cane ed in particolare nel Kerry blue terrier e nei barboncini, mentre è raro nel gatto. Si manifesta con una massa intradermica, non mobile e con alopecia sulla spalla, sui fianche, dorso ed arti.

Sarcoide

Il sarcoide è la neoplasia benigna cutanea, non metastatica, più frequente nel cavallo, nell’asino, nel mulo, di origine fibroblastica, a diversa localizzazione, responsabile di danni estetici e funzionali. La biologia molecolare ha dimostrato che l'agente eziologico responsabile del sarcoide è il Papilloma virus. Dopo la diagnosi istologica il sarcoide può essere asportato con il laser a diodo 810nm e grazie alla sua azione di taglio emostatico, decontaminante, analgesico, produce un'escissione chirurgica rapida, spesso senza opposizione di punti di sutura. La successiva biostimolazione, post-chirurgica, con il laser a diodo 810nm, determina una rapida rigenerazione tissutale e, come verificato sulle lesioni erpetiche, una riduzione drastica per le recidive.

Tricoblastoma

È un tumore benigno di origine epiteliale. In Letteratura veterinaria possiamo trovare una vasta verifica su tumori di origine follicolare come il Tricoblastoma. Abramo et al. nel 1999 verificano, su 898 reperti bioptici, che le neoplasie follicolari rappresentavano l’8% di tutti quelli diagnosticati ed il 26% erano proprio tricoblastomi a carico di felini domestici. Anche nella specie canina è piuttosto comune e si evidenzia con una neoformazione esofitica, solitamente alopecica, a livello della testa e del collo. Il clinico dopo aver formulato una diagnosi certa, può asportarlo chirurgicamente con il laser a diodo 810nm.

Tricoepitelioma

Tumore che colpisce il gatto (1-4%) e il cane (1-3%) ed origina da tutti e 3 le porzioni del follicolo pilifero. Generalmente colpisce gli animali adulti manifestandosi con noduli e papule intradermiche localizzati sulla testa, collo, zampe, coda del gatto, torace, lombi ed arti nel cane. Con una certa frequenza si può osservare anche la variante cistica caratterizzata dalla presenza di cheratina.

Turbinati Nasali

I turbinati nasali sono delle strutture ossee situati all’interno delle fosse nasali, ricoperti da mucosa con una rete estesa di capillari. La loro funzione primaria è quella di filtrare ed equilibrare l’aria inspirata. A causa di condizioni anatomiche particolari, come negli animali brachicefali, o per eventi allergici, stress chimici, batterici, virali e di altra natura, i turbinati possono modificarsi in dimensione e creare condizioni che possono cronicizzarsi nel tempo, come risposta a stimoli reattivi con conseguente difficoltà respiratoria. L’ipertrofia determina un edema della mucosa respiratoria che può determinare anche forme di dispnea grave. Nel caso di un’ipertrofia cronicizzata e stabile nel tempo, il clinico può valutare, dopo una diagnosi approfondita, la terapia chirurgica con l’utilizzo del laser a diodo 810nm che consente una turbinectomia mini-invasiva in emostasi e conservativa del tessuto, per l’asportazione di pochi strati cellulari, rispetto ad un intervento con strumenti chirurgici tradizionali.

Verruche e condilomi

La verruca è una neoformazione proliferativa dell'epidermide. Solitamente si presenta sotto forma di rilievo tondeggiante con diametro variabile. È ricoperto di cellule cheratiniche con sede elettiva a livello toracico e di non raro riscontro a livello degli arti e del viso. La verruca volgare, di origine virale (HPV), è localizzata usualmente sul dorso e sulle zampe. Il laser a diodo permette l'eradicazione della neoformazione in tempi brevissimi.

ODONTOSTOMATOLOGIA

Adenocarcinoma

Adenocarcinoma è un tumore che può interessare diversi organi, sviluppandosi dal tessuto ghiandolare presente nei diversi distretti organici, come quello polmonare, gastrico, endometriale, del pancreas, colon, mammella ed altri come i sacchi paranali presenti sia nel cane che nel gatto e circondati da fibre del muscolo sfintere, esterno all’ano. Tra le forme tumorali il più comune è l’adenocarcinoma apocrino del seno paranale, frequente nel cane è molto raro nel gatto. La diagnosi si basa sull’osservazione clinica con esplorazione digito-rettale, esami radiografici approfonditi, ago aspirato ed esame citologico. La diagnosi certa deriva sempre dall’esame istologico con un prelievo bioptico che il clinico può ottenere con la laser chirurgia, e l’eventuale asportazione chirurgica del tumore primario e dei linfonodi locoregionali interessati, oltre che alla terapia farmacologica, chemioterapica e radioterapica. Per l’asportazione chirurgica dell’adenocarcinoma delle ghiandole apocrine è previsto l’utilizzo del laser a diodo, da preferire rispetto alle tecniche di escissione con gli strumenti tradizionali, come il bisturi a lama fredda (coadiuvante sul tessuto ischemico) e l’elettrobisturi, per le proprietà intrinseche della radiazione luminosa con lunghezza d’onda 810nm, che si esplicano con gli effetti analgesici, coagulanti, antinfiammatori , conservativi per il tessuto asportato, e per il successivo innesco, con la fotobiostimolazione, dei processi riparativi, che inducono la produzione accelerata di collagene ed elastina, e spesso senza opposizione di punti di sutura da parte del clinico e guarigione per riepitelizzazione per seconda intenzione del tessuto sottoposto alla chirurgia laser a diodo.

Ameloblastoma

È una neoplasia relativamente frequente, localizzata prevalentemente sulla mandibola. È classificato come tumore benigno ma presenta una tendenza alla recidiva, ed il paziente deve esser sottoposto a chirurgia demolitiva sistematica. Da recenti acquisizioni scientifiche si è evidenziata la capacità invasiva sull’osso coinvolto dall’Ameloblastoma con una presenza massiva dell’attività osteoclastica, che bloccherebbe l’osteogenesi, con conseguente riassorbimento del tessuto osseo. Durante lo sviluppo della malattia, i ricercatori hanno evidenziato la presenza di molecole pro-infiammatorie come TNF-alfa che stimolerebbero, insieme ad una famiglia di metalloproteasi, il metabolismo osteoclastico. L’utilizzo del laser a diodo 810um, in questa condizione patologica, diventa efficace sia per l’operatività chirurgica che combina la capacità coagulativa e di taglio sui tessuti molli, ma anche e soprattutto per la proprietà intrinseca antinfiammatoria della fotobiostimolazione che determina una diminuizione immediata dei mediatori pro-infiammatori come il TNF-alfa, le citochine e interleuchine 1alfa, 6 e 8, con un effetto tampone nei confronti degli osteoclasti, stimolando la produzione di osteociti dagli osteoblasti e favorendo la rigenerazione ossea.

Biopsia escissione nel cavo orale

La chirurgia escissionale delle neoformazioni della mucosa orale (tutte le lesioni reattive fino ai tumori maligni) è strettamente legata alle dimensioni delle stesse lesioni, ossia alla necessità o meno di effettuare una biopsia incisionale pre-operatoria. Anche la stessa biopsia è un atto chirurgico importante che può essere effettuato con il laser a diodo. L'escissione di neoformazioni di dimensioni ridotte e che non necessitano quindi di biopsia pre-operatoria deve essere eseguita in modo adeguato al sospetto clinico di malattia, in modo da avere dei margini di taglio con il laser a diodo 810nm sia laterali, sia profondi nel tessuto sano (distanti almeno 2-4 mm dalla lesione principale). Tali margini devono essere ancor più ampi quanto più dubbia è la natura della lesione trattata.

L'esame istologico del campione è necessario in tutti i casi.

Epulide

L'epulide è una iperplasia del tessuto connettivo della gengiva o del parodonto. Si tratta di lesioni simili a tumori benigni ma non sono neoplasie vere e proprie. Questa neoformazione può essere facilmente vaporizzata con l'ausilio del laser.

Fibroma

Il fibroma è caratterizzato da un'iperplasia reattiva del tessuto connettivo con sede abituale nella mucosa geniena, sulla lingua e sul palato. Il trattamento con il laser a diodo permette l'escissione del fibroma in modo rapido (garantendo l'estensione oltre i margini), con una perfetta emostasi e spesso senza l'utilizzo di anestetici.

Fibrosarcoma

Il fibrosarcoma è un tumore mesenchimale maligno dei tessuti molli (cutaneo e sottocutaneo) e rappresenta nel cane il 15% dei tumori cutanei mentre nel gatto è più frequente. La patogenesi non è ancora del tutto chiara anche se la teoria più accreditata indica la trasformazione di un processo infiammatorio cronico in cancerogenesi in pazienti con una predisposizione ed alterazione genetica. Questo tipo di tumore si presenta, nelle fasi iniziali, in forma di noduli sottocutanei mobili e senza di rilevanti effetti algici. Successivamente tendono ad aumentare di volume fino ad ulcerare, con presenza di una pseudocapsula con margini scarsamente definiti. L’anamnesi all’osservazione è fondamentale, come gli esami radiologici (TAC), per predisporre una diagnosi istopatologica conclusiva. La chirurgia escissionale è praticabile se la massa si presenta ridotta e con margini di 2-3 cm di tessuto sano. Una volta completata l’asportazione chirurgica della massa tumorale, il fibrosarcoma tende a recidivare nel 18-30% dei casi ma con un potenziale metastatico basso, nel cane, mentre nel felino, il sarcoma iniezione-indotto si accompagna a recidive a 6 mesi intorno al 15-25% dei casi trattati.

Frenulectomia

L'azione della radiazione luminosa del laser a diodo in chirurgia orale risulta molto efficace.
I vantaggi clinici delle applicazioni laser in chirurgia rispetto alle tecniche tradizionali possono essere riassunti in modo schematico come segue: perfetta emostasi con nitida visione del campo chirurgico; sterilizzazione del campo; utilizzo minimale di anestetici vasocostrittori per infiltrazione che, nel caso specifico, determinerebbero un allungamento dei tempi di applicazione; assenza di suture; guarigione per seconda intenzione in tempi brevi e assenza di complicazioni postoperatorie; minor disagio per il paziente. L'inserzione patologica dei frenuli può causare ischemia da trazione e recessione vestibolare progressiva e contribuire alla persistenza di un diastema interincisivo mediano.

Frenulo Epiglottideo

Il frenulo epiglottideo è una rara malformazione della laringe del puledro che determina un reflusso oro-nasale e tosse dalla prima poppata. Il frenulo dell'epiglottide viene rilevato anatomicamente dall'indagine endoscopica. Il puledro viene sottoposto all'intervento chirurgico, ad anestesia generale, praticando la resezione trans-orale del frenulo, in laparoscopia, con il laser a diodo 810nm. L'utilizzo di strumenti tradizionali come il bisturi a lama fredda che elimina mediamente, senza coagulare, 200 strati cellulari o l'elettrobisturi che asportando 400-500-strati cellulari coagula il letto vascolare necrotizzandolo, non consentono una chirurgia conservativa come con il laser a diodo. La pratica chirurgica con il laser a diodo 810nm determina una vaporizzazione di 4-5 strati cellulari senza creare morte cellulare per necrosi ma per apoptosi. Questa proprietà intrinseca è legata all'interazione selettiva tra la lunghezza d'onda 810 nm del laser e l'emoglobina, già spiegata nei paragrafi precedenti, che consente un'escissione chirurgica del cordone fibroso corrispondente al frenulo epiglottideo persistente, in tempi rapidi e con effetti coagulanti, analgesici ed
antinfiammatori . La successiva biostimolazione o LLLT, con la radiazione del laser a diodo sul frenulo epiglottideo trattato chirurgicamente, produce una veloce riepitelizzazione, per seconda intenzione, e senza opposizione di punti di sutura, per l'interazione tra la radiazione del laser a diodo e i cromofori catalizzatori della fosforilazione ossidativa, all'interno delle catene respiratorie mitocondriali, sulle cellule del distretto gengivale sottoposto alla pratica chirurgica. La biostimolazione indurrà una rapida guarigione tissutale senza esiti algici e cicatriziali nel post-chirurgico per il paziente.

Gengivectomia e gengivoplastica

Le ipertrofie e le iperplasie gengivali, l'asportazione di tessuto muco-gengivale per ragioni estetiche, pre-protesiche e ricostruttive trovano nel laser a diodo uno strumento adeguato alla loro risoluzione.
Per le ipertrofie gengivali determinate da cause farmacologiche, genetiche e idiopatiche, l'utilizzo del laser a diodo permette delle applicazioni veloci e conservative per i tessuti e meno traumatiche rispetto alla chirurgia convenzionale.

Gengiviti

La gengivite nel cane e nel gatto, è una patologia molto diffusa, come nella specie umana, ed è caratterizzata dalla presenza di infiammazione e sanguinamento delle gengive, causata dalla presenza di flora batterica patogena. Il clinico deve intervenire tempestivamente, ai primi segni, per evitare che la malattia evolva nella forma di parodontite che determina la perdita di attacco clinico e di osso alveolare che portano alla perdita dell’elemento dentale. L’utilizzo di THERASURGIVET, in ausilio alle pratiche di igiene orale, come la detartrasi, permette di prevenire e curare l’infiammazione e il sanguinamento con la fotobiostimolazione, evitando la prescrizione di antibiotici e di farmaci antinfiammatori.

Lesioni cistiche odontogene

Lesioni cistiche di natura odontogena riscontrabili nell'osso mandibolare e mascellare del cavallo. Nel caso di lesioni cistiche odontogene è importante eseguire una diagnostica per immagini, e la TC è un fondamentale strumento per la valutazione patologica. Nel caso in cui il clinico veterinario decidesse per un'exeresi completa, il laser a diodo 810nm rappresenta lo strumento d'elezione per effettuare una chirurgia conservativa in un campo operatorio esangue, e con gli effetti benefici legati all'interazione tra radiazione del laser a diodo e il tessuto biologico. Al termine del trattamento di exeresi chirurgica, il clinico utilizza la fotobiostimolazione per indurre tempi rapidi di guarigione, senza esiti negativi per il decorso clinico del paziente.

Leucoplachie orali

Le leucoplachie del cavo orale appaiono come macchie bianche idiopatiche o di natura ancora sconosciuta. Presentano una bassa percentuale di rischio oncogeno e si differenziano dalle ipercheratosi reattive che invece sono determinate da un evento traumatico o irritativo per le mucose.

Melanoma

Il Melanoma è il secondo tipo più comune di tumore nei cavalli, e colpisce con una certa frequenza quelli grigi al di sopra dei 10 anni di vita. Appare in neoformazioni irregolari ed in rilievo nelle vicinanze dell'ano, dei genitali , sulle palpebre, la bocca, linfonodi. A parte la forma che colpisce in sede oculare, nelle altre zone anatomiche colpite può essere utilizzato il laser a diodo 810nm sia per l'escissione chirurgica che
per l'applicazione della LLLT che determina tempi di guarigione precoci sulle parti anatomiche operate chirurgicamente. Il laser a diodo 810nm, associato alla sorgente di 650nm, può essere utilizzato anche nella terapia fotodinamica con acido 5-aminolevulinico in applicazione topica su tumori melanocitari. La sostanza attiva dopo 3 ore dall’assorbimento da parte delle cellule del melanoma viene irradiata con il laser, determinando apoptosi cellulare in seguito alla sintesi di specie reattive tossiche (ROS) con produzione di ossigeno singoletto.

Odontoma

L’Odontoma è una neoplasia benigna con ectomesenchima odontogeno con o senza formazione di tessuti di consistenza dura (Class. OMS) e con eziologia sconosciuta. Nella neoplasia si rileva la produzione sia di smalto che di dentina ed è segnalato con una certa frequenza nel cavallo, più raramente nel cane e nel gatto.

Odontostomatologia Chirurgica

L'asportazione di tessuto muco-gengivale del cavo orale, per ragioni terapeutiche, e collegata a lesioni che coinvolgono gli strati superficiali epiteliali, quelli profondi connettivali, muscolari e del tessuto osseo, trovano nel laser a diodo 810 e 980 nm uno strumento adeguato alla loro risoluzione.
Per le ipertrofie gengivali determinate da cause farmacologiche, traumatiche, genetiche e idiopatiche, l'utilizzo del laser a diodo permette una chirurgia veloce e conservativa per i tessuti e meno traumatica rispetto a quella convenzionale. Il laser a diodo eliminando pochi strati cellulari (5/6) durante l’operatività chirurgica, con un effetto emostatico, analgesico ed antinfiammatorio immediato, determina una morte cellulare per apoptosi senza necrotizzare il tessuto trattato.

Papilloma

È una lesione benigna che può colonizzare distretti cutanei o localizzarsi nella mucosa del cavo orale, e l’origine, prevalentemente, viene riconosciuta come virale. L’evoluzione di un papilloma nell’animale non è rarissima e può trasformarsi in forme maligne soprattutto nei pazienti con un sistema immunitario non efficiente. Per l’asportazione chirurgica del papilloma dalle mucose del cavo orale è previsto l’utilizzo del laser a diodo, da preferire rispetto alle tecniche di escissione con gli strumenti tradizionali, come il bisturi a lama fredda e l’elettrobisturi, per le proprietà intrinseche della radiazione luminosa con lunghezza d’onda 810nm, che si esplicano con gli effetti analgesici, coagulanti, antinfiammatori , conservativi per il tessuto asportato, e per il successivo innesco con la fotobiostimolazione dei processi riparativi, che inducono la produzione accelerata di collagene ed elastina, senza opposizione di punti di sutura da parte del clinico e guarigione per riepitelizzazione per seconda intenzione del tessuto sottoposto alla chirurgia laser a diodo.

Papillomatosi virale

Papillomatosi virale è una malattia infettiva causata dal papilloma virus che colpisce prevalentemente le specie canine mentre nei gatti è piuttosto rara. I papillomi sono dei tumori benigni che possono colonizzare diversi distretti come le mucose del cavo orale e la cute dell’animale e che cronicizzandosi possono evolvere in forma maligna. Nel caso di sviluppo a livello cutaneo, la lesione può presentarsi in forma singola o multipla con dimensioni variabili e con una morfologia a forma polipoide, a cavolfiore, rilevata o incistata (simil verruca), soprattutto a livello degli arti inferiori. Per l’asportazione chirurgica del papilloma dal distretto cutaneo è previsto l’utilizzo del laser a diodo, da preferire rispetto alle tecniche di escissione con gli strumenti tradizionali, come il bisturi a lama fredda e l’elettrobisturi, per le proprietà intrinseche della radiazione luminosa con lunghezza d’onda 810nm, che si esplicano con gli effetti analgesici, coagulanti, antinfiammatori , conservativi per il tessuto asportato, e per il successivo innesco, con la fotobiostimolazione, dei processi riparativi, che inducono la produzione accelerata di collagene ed elastina, e spesso senza opposizione di punti di sutura da parte del clinico e guarigione per riepitelizzazione per seconda intenzione del tessuto sottoposto alla chirurgia laser a diodo.

Parodontiti

È una malattia primaria, grave, diffusa nella popolazione felina e canina. I sintomi sono a carico dell’apparato di sostegno, della mucosa, e del tessuto osseo del cavo orale. Parodontite è caratterizzata dalla presenza di flora batterica patogena, sanguinamento, infiammazione e difetti ossei a carico dell’osso alveolare. Questa condizione se non trattata in tempo, provoca il danneggiamento del tessuto di sostegno con evidenza di tasche parodontali, il collassamento del legamento parodontale, una grave forma di infiammazione con algia connessa, difetto osseo che procede verso l’osteite alveolare ed inevitabile perdita dell’elemento dentale coinvolto. Da segnalare anche il rischio di malattie sistemiche, come endocardite batterica, diabete, interazioni con carcinogenesi d’organo ed altri riscontri recenti dalla Letteratura revisionata. Il laser in ausilio con le pratiche di detartrasi frequente, può essere molto utile nella prevenzione primaria dell’infiammazione e nel trattamento quando presente nelle forme descritte, evitando la prescrizione di antibiotici e di farmaci antinfiammatori.
L'applicazione parodontale con il laser a diodo deve essere sempre preceduta da uno scaling (preferibilmente nella stessa seduta). Kreisler nel 2005 nella pubblicazione “Clinical efficacy of semiconductor laser application...” ha evidenziato l'efficacia del trattamento parodontale del laser a diodo per la decontaminazione della radiazione luminosa nella tasca e per la biostimolazione dei fibroblasti. Queste proprietà determinano nell'arco di poche applicazioni, un netto miglioramento dell'attacco epiteliale.
Molti studi confermano queste fondamentali proprietà della radiazione luminosa del laser a diodo che permettono al clinico di intervenire nella terapia parodontale senza apertura chirurgica del lembo.

Stomatiti

È tra le patologie più diffuse a carico del cavo orale per cani e gatti. In generale, la stomatite è causata da flora batterica patogena che determina infiammazione dei tessuti molli all’interno del cavo orale, con sanguinamento delle gengive, ulcere aftose e dolore acuto. Anche la presenza di tartaro può determinare l’habitat favorevole per la colonizzazione batterica, soprattutto per gli anaerobi GRAM- il laser può essere utilizzato in ausilio all’antibiotico terapia per gli effetti antinfiammatori, analgesici, e per promuovere, dopo aver sottoposto l'animale ad una seduta di igiene, i processi riparativi di guarigione, descritti nei paragrafi precedenti.

TERAPIA

Biostimolazione / Analgesia

La fotobiostimolazione/analgesia è una terapia laser a diodo a bassa potenza denominata LLLT (Low Level Laser Therapy). L’effetto della fotobiostimolazione e di analgesia accelera gli eventi biochimici, molecolari e cellulari nell’organo bersaglio. L’azione si esplica non per incremento termico ma per una conseguente modificazione del livello energetico cellulare. Le cellule dell’organo bersaglio vengono indotte, dalla radiazione, a modificare il proprio stato elettronico, con il passaggio di stato di elettroni periferici in orbitali, ad un livello energetico superiore. In particolare sono coinvolti durante la fotobiostimolazione dei cromofori catalizzatori come i citocromi della catena respiratoria mitocondriale, il nicotinammide adenosin dinucleotide ridotto (NADH), il superossido desmutasi (SOD), proteine fotorecettive come le porfirine endogene e la periostina, inducendo un aumento della sintesi di ATP, carburante necessario per tutti i processi metabolici. L’attivazione dei cromofori catalizzatori conduce agli effetti secondari di stimolazione cellulare, condizione necessaria per i processi riparativi e gli effetti analgesici indotti dalla fotobiostimolazione. Hamblin et al. (Università di Harvard e MIT) dimostrano come l’effetto antalgico del laser a diodo agisca sulla pompa sodio-potassio con un effetto iperpolarizzante che rende inefficace lo stimolo recettoriale dolorifico. Gli effetti biologici sono verificabili su tessuti con sofferenze patologiche, mentre non ci sono riscontri clinici su tessuti sani che non possono attivare i processi riparativi. Il fine della fotobiostimolazione è quello di catalizzare i processi di guarigione per un’efficace risoluzione clinica.

Biostimolazione post-chirurgica

La Fotobiostimolazione post-chirurgica è un'irradiazione con il laser a diodo 810nm, a bassa densità di potenza e denominata LLLT (Low Level Laser Therapy), su tessuto biologico trattato con protocolli chirurgici. Gli effetti biologici, nel post-chirurgico, sono determinati dai fotoni a lunghezza d'onda 810 e 670nm, producono analgesia fisiologica, antinfiammazione ed innesco immediato dei processi riparativi tissutali. Il processo dinamico si esplica non incremento termico ma per una conseguente modificazione del livello energetico cellulare. Le cellule dell'organo bersaglio vengono indotte, dalla radiazione del laser a diodo 810nm, a modificare il proprio stato elettronico, con il passaggio di stato di elettroni periferici in orbitali, ad un livello energetico superiore. Durante la fotobiostimolazione sono coinvolti dei cromofori catalizzatori, come i citocromi della catena respiratoria mitocondriale, Coenzima Q, nicotinammide adenosin dinucleotide ridotto (NADH), il superossido dismutasi (SOD), proteine fotorecettive come le porfirine endogene, Periostina, HSP 70, inducendo un aumento della sintesi di ATP, substrato necessario per tutti i processi metabolici. L'attivazione dei cromofori catalizzatori conduce agli effetti di stimolazione cellulare, condizione necessaria per l'iinnesco dei processi riparativi e gli effetti analgesici, antinfiammatori indotti dalla fotobiostimolazione. Hamblin et al. (Università di Harvard, Massachussets Hospital e MIT) dimostrano come l'effetto antalgico del laser a diodo agisca sulla pompa-sodio-potassio con una dinamica iperpolarizzante, sulla membrana, che rende inefficace lo stimolo recettoriale dolorifico. L'effetto antinfiammatorio del laser a diodo 810 e 670 nm, è legato alla proprietà intrinseca dell'infrarosso, durante l'irradiazione di un tessuto infiammato, di diminuire rapidamente la concentrazione di molecole pro-infiammatorie come Citochine, Interleuchine 1, 6, 8 in particolare, e TNF-alfa, favorendo l'evoluzione riparativa tissutale. Ricerche recenti (Università di Lipsia e Università di Parigi), hanno dimostrato la capacità di LLLT di stimolare la produzione delle molecole matricellulari, necessarie a ricostituire un equilibrio tra cellule e matrice in quei tessuti sottoposti a stress ossidativi e termici, aumentando la produzione di HSP 70 e Periostina, entrambe fondamentali per i processi di guarigione tissutale e d'organo.

Dermatite

La dermatite estiva recidivante del cavallo è una malattia diffusa in tutto il mondo. E' una patologia su base allergica ad alcuni componenti salivari di insetti del genere Culicoides. Il segno clinico caratteristico è il prurito scatenato dalla reazione allergica, con eventuale presenza di papule crostose sul ventre, addome, arti inferiori. La fotobiostimolazione con laser a diodo 810nm, in abbinamento all'effetto termico utilizzato per la sterilizzazione del tessuto dall’agente patogeno, è utile per alleviare i sintomi fastidiosi legati a questa forma patologica. Nel caso di presenza di pustole, oltre all'effetto decontaminante, la radiazione del laser a diodo esplica un'azione antinfiammatoria immediata che evita la terapia farmacologica, in molti casi. La malattia in base ad alcuni fattori ambientali, può presentarsi tra la primavera inoltrata e l'autunno.

Dermatite da Malassezia

È una delle dermatiti più diffuse nel cane e nel gatto, causato da un microorganismo (un lievito) che abitualmente colonizza senza sintomi l’organismo dell’animale. Malassezia prolifica sulla cute quando l’equilibrio tra cellule, matrice e bioma subisce un contrasto dinamico. Questa forma di dermatite non è contagiosa per la specie umana. Nei soggetti sani questo microorganismo si trova presente su tutto il distretto cutaneo ed in particolare nel condotto uditivo, nello spazio interdigitale, sulle ascelle e sulle mucose del cavo orale e dell’ano. Il sintomo principale è legato al prurito che determina secondariamente al grattamento, eritema, desquamazione, seborrea e un tipico odore rancido. Il laser a diodo 810nm può essere utilizzato con successo per riequilibrare la dinamica tissutale, favorendo la sintesi delle molecole matricellulari come Periostina, TGF-beta, BMP-2, promuovendo la sintesi e l’adesione dei fibroblasti durante i processi riparativi.

Dermatite miliare felina

La dermatite miliare è una patologia piuttosto comune nel gatto, ed è definita come una forma di reazione con molte cause potenziali. La più comune è legata all’ipersensibilità verso le punture delle pulci, ma anche quella verso allergeni alimentari ed ambientali, alle sostanze attive farmacologiche. La dermatite può essere localizzata o generalizzata e, all’osservazione, si possono evidenziare delle piccole papule a livello di testa e collo, arti, tronco e distretto lombo-sacrale. Le lesioni possono includere anche alopecia, ulcere con erosioni cutanee. Fondamentale per il clinico valutare, all’osservazione dei sintomi, un’anamnesi approfondita per adottare una corretta strategia terapeutica. Tutti i casi di dermatite miliare devono essere verificati da un esame citologico, anche per monitorare il progresso delle infezioni da bioma batterico e dai lieviti. Proprio per questa eventuale conferma, l’utilizzo del laser a diodo 810nm può essere molto utile per la proprietà decontaminativa sulla flora batterica e sulle spore eventualmente presenti, da applicare localmente, insieme all’uso di antimicrobici sistemici. La successiva applicazione di fotobiostimolazione o LLLT determina l’innesco degli effetti biologici dell’infrarosso a lunghezza d’onda di 650 e 810nm sui tessuti irradiati.

Dolori Acuti

Studi recenti dimostrano che l’ATP sintetizzato in seguito alla biostimolazione con il laser a diodo mostra un aumento della cinetica rispetto a quello formatosi in assenza di fotoattivazione. La presenza di quantità di energia considerevoli catalizza i processi riparativi cellulari, gli effetti antalgici ed antinfiammatori sul tessuto sede della lesione. In particolare, nei tessuti interessati da processi infiammatori produce una riduzione della concentrazione di Cicloossigenasi, di PGE e PGF. Le Prostaglandine sostengono l’infiammazione potenziando l’edema attraverso la vasodilatazione ed agiscono sulla conduttività delle fibre nervose C abbassando la soglia di eccitazione che determina un aumento della sintomatologia dolorosa. L’inibizione di COX2 indotto dal laser riduce le Prostaglandine con effetto a cascata inibitorio su edema e dolore. Si ricorda che su una condizione di dolore acuto, l’attività analgesica del laser si esplica alla massima espressione mentre tale evidenza è irrilevante sul tessuto sano. La trasmissione dello stimolo algico per la condizione di dolore acuto è condotta dall’eccitazione dei recettori periferici che rilasciano impulsi veicolati all’interno delle fibre C amielinizzate e nelle fibre A mielinizzate. L’attivazione dei nocicettori provoca una depolarizzazione di membrana nelle guaine mieliniche delle cellule di Schwann e degli Oligodendrociti. La radiazione agisce sulla pompa sodio-potassio con un effetto iperpolarizzante che rende inefficace lo stimolo recettoriale anche su una condizione di dolore acuto. Dalla teoria del gate control si è approdati a ricerche che hanno verificato come la radiazione del laser possa produrre analgesia (SPA). Incrementando la produzione di Encefaline ed Endorfine dei neuroni spinali si determina il blocco pre e post sinaptico di entrambe le fibre (A e C) coinvolte nella trasmissione del dolore.

Dolori Post-Operatori

La sensazione nocicettiva dopo un intervento chirurgico è una condizione fisiologica che comprende due tipologie di dolore post operatorio: il dolore cronico, che persiste oltre i 3 mesi dalla data dell’intervento e il dolore acuto che generalmente persiste fino a 3 mesi dall’operazione chirurgica. Entrambi gli stimoli dolorosi o nocicettivi possono manifestarsi a causa del danno tissutale e l’intensità del dolore è legata alle eventuali complicanze accadute durante l’intervento ed alla tipologia dell’atto chirurgico. Nei paragrafi precedenti si sono evidenziate le proprietà analgesiche, antinfiammatorie e di attivazione dei processi riparativi tissutali che conducono ad una rapida remissione dei sintomi algici.

Ferite Cutanee

Un’accurata valutazione di una ferita cutanea è un prerequisito per una pianificazione razionale della cura. Una ferita può essere descritta come una soluzione di continuo con o senza perdita di sostanza, di tessuto cutaneo o interno, prodotta da vari fattori esterni, ed è espressione di processi degenerativi provocati da fenomeni infiammatori, infettivi, da disturbi circolatori o da un danneggiamento tissutale per cause fisiche o chimiche. Il clinico dopo aver verificato l’eventuale presenza di tessuto necrotico, di granulazione, essudato, provvederà al debridment della porzione tissutale interessata. Il laser viene utilizzato per favorire in tempi rapidi, i processi riparativi, come descritto nel paragrafo di Biostimolazione/Analgesia, promuovendo la riepitelizzazione ed una guarigione senza esiti cicatriziali fibrosi. La radiazione interagendo con i cromofori catalizzatori della fosforilazione ossidativa, accelera la formazione di ATP, il carburante necessario per tutti i processi metabolici, compreso quello riparativo, innescato dall’aumento di produzione di collagene ed elastina da parte dei fibroblasti e della periostina, molecola proteica fondamentale per tutti i processi riparativi d’organo. Periostina si lega con le molecole strutturali extracellulari come il collagene di tipo I e le proteine di membrana come Integrina alfa beta3 e alfa beta 5 ed influenza attraverso i fibroblasti la fibrillogenesi del collagene. Il diametro della fibra di collagene si riduce in assenza di Periostina e TGF beta1 e in questa condizione predomina la presenza di metalloproteinasi e Interleuchina-1 che incrementano la loro concentrazione in ambiente infiammato. L’azione del laser produce un effetto antinfiammatorio, già descritto nei paragrafi precedenti, e una stimolazione diretta, mediando la sintesi di fibroblasti e Periostina, sulla produzione di collagene ed elastina.

Granuloma eosinofilo felino

Questa patologia che può colpire più specie animali, è caratterizzata dalla presenza di noduli, bolle, piccole cisti cutanee che determinano una sintomatologia infiammatoria. Nel cavallo è classificato tra le dermatiti nodulari di questa specie e presenta un'eziologia non ancora definita.

Il granuloma collagenolitico del cavallo è caratterizzato dalla presenza predominante di eosinofili ed il trattamento farmacologico prevede l'utilizzo di Triamcinolone, corticosteroide sintetico. In alternativa, il laser a diodo 810 nm per le intrinseche proprietà biologiche decontaminanti, antinfiammatorie, analgesiche e biostimolanti può esser utilizzato in alternativa valida rispetto alla terapia tradizionale.

Panniculite

È un processo infiammatorio che ha sede elettiva nel pannicolo adiposo, piuttosto comune negli animali domestici. Si presenta in varie forme a seconda della eziopatogenesi: pannicolite traumatica, pancreatica, nodulare idiopatica sterile, podale sterile frequente nel pastore tedesco, pannicolite post-iniezione e quella di origine infettiva (Nocardia, Actinomyces, Bartonella, Mycobacteria, Sporothrix, Toxoplasma, Dirofillaria et al.). In tutti questi casi, la pannicolite evolve per il rilascio di lipidi neutri da parte degli adipociti danneggiati e questo induce delle reazioni infiammatorie sul tessuto, di tipo granulomatoso.

Piodermite

Il distretto cutaneo ha diversi meccanismi di difesa per evitare la penetrazione e replicazione degli agenti patogeni. In presenza di lesioni, anche superficiali sulla cute dell’animale, possono innescarsi delle infezioni batteriche la cui gravità è legata alle condizioni immunitarie del paziente, alla profondità dei piani tissutali coinvolti, alla virulenza dell’agente patogeno e alla presenza di patologie concomitanti. FDA ha classificato in base alle complicanze cliniche queste infezioni batteriche che coinvolgono il derma. Quelle classificate come non complicate, come le Piodermiti causate da Gram-positivi, e quelle complicate sostenute da batteri Gram+, Gram-, virus che coinvolgono strutture profonde associate a patologie importanti ed immunosoppressione. Il clinico, nel caso di Piodermite (cavallo, cane, gatto et al.) che si manifesta in forma di Impetigine, follicolite, idrosadenite suppurativa, ascessi, può utilizzare il laser a diodo 810nm per un’efficace azione sterilizzante su Gram+, Gram e virus, in abbinamento alle proprietà intrinseche biologiche che determinano analgesia, antinfiammazione ed innesco dei processi riparativi come spiegato nei paragrafi precedenti, dopo aver formulato una diagnosi definitiva con l’esame citologico ed istopatologico. Nel caso di ascesso, il laser a diodo 810 nm può esser utilizzato con una fibra ottica attivata da 300 micron e a contatto sulla lesione per il drenaggio e per l’asportazione chirurgica.

Rigenerazione Tissutale

I meccanismi d’azione della radiazione sul tessuto epiteliale, connettivale, muscolare, osseo, nervoso, vascolare, si esplicano con l’accelerazione degli eventi biochimici e cellulari nell’organo bersaglio. Nel protocollo di Biostimolazione/Analgesia, sono state descritte le interazioni biologiche della luce del laser a diodo con i cromofori catalizzatori dei processi di fosforilazione ossidativa e di sintesi dell’ATP cellulare, come base necessaria per l’innesco dei processi riparativi, analgesici ed antinfiammatori. Il tessuto colpito da un evento patologico ha bisogno di fonti energetiche sufficienti per programmare gli steps necessari ai processi di riparazione tissutale. L’energia è fornita dalla fosforilazione ossidativa, che avviene all’interno della catena respiratoria mitocondriale, e che necessita di Ossigeno e di energia estratta da macromolecole come il glucosio, per sintetizzare ATP ed H2O. L’azione del laser si esplica a carico di una specifica deidrogenasi per il NADH e a livello di membrana mitocondriale con Citocromo A/A3, per assorbimento ottico legato alla presenza dell’eme, e che catalizza il trasporto di elettroni durante la fosforilazione ossidativa dallo stato orbitale al nucleotide. Fondamentale il ruolo della luce del laser a diodo sui processi infiammatori, con un’azione di vasodilatazione sulle cellule endoteliali vascolari, favorendo la canalizzazione dei globuli bianchi aderenti ai vasi del tessuto lesionato. Il laser stimola la produzione di NO, Ossido d’azoto, un radicale libero che produce necrosi batterica e stimola la respirazione cellulare nell’area lesionata, determinando un effetto di vasodilatazione sul sistema linfatico con riduzione rapida dell’edema. Nel 2007 LIM W et al. Hanno dimostrato che la radiazione del laser a diodo produce una diminuzione nella concentrazione di cicloossigenasi (COX) e di PGE nei tessuti infiammati, agendo anche sulla conduttività delle fibre nervose di tipo C amielinizzate, abbassando la soglia di eccitabilità dello stimolo doloroso. Altre ricerche come quelle di Hamblin et al. (Harvard e MIT) confermano che la radiazione del laser a diodo possa diminuire la concentrazione di citochine, interleuchina 1 e 6 e di TNF alfa, tamponando gli effetti degli osteoclasti e favorendo, in questo modo, la sintesi di nuova matrice ossea nei difetti, incrementando la sintesi degli osteociti, attraverso la stimolazione osteoblastica.

Rogna Rossa/Demodettica

Rogna Demodettica è una patologia causata da un acaro denominato Demodex Canis. Colpisce prevalentemente il cane e non è contagiosa per l’uomo o per altri animali se non in particolari condizioni di immunodepressione. Il contagio avviene dalla madre ai cuccioli che possono trasformarsi, senza manifestazioni patologiche, in portatori sani. L’acaro compie il suo ciclo vitale all’interno del bulbo pilifero e può causare eritemi cutanei, alopecia, lesioni pustolo-crostose e prurito. Per la risoluzione, alla terapia medica si può abbinare la terapia con il laser a diodo 810nm, per sterilizzare i distretti cutanei colpiti, per disinfiammare e creare analgesia fisiologica e con la fotobiostimolazione innescare i processi di guarigione tissutali.

Rogna Sarcoptica

Rogna sarcoptica è definita anche scabbia canina, patologia cutanea parassitaria dei canidi e volpi, anche se può essere trasmessa ad altri animali come il maiale, bovini, ovini, conigli, camosci e stambecchi et al, compreso il cavallo per contatto diretto con animali colonizzati dall’acaro Sarcoptes scabiei var. canis. Si manifesta con intenso prurito che nell’arco del tempo diventa incoercibile, sia per i danni diretti sulla cute sia per lo stato d’ipersensibilità innescato dal contatto con il materiale antigenico del parassita. Le lesioni interessano la regione del ventre e della testa dell’animale ed in particolare i padiglioni auricolari, la regione perioculare, gli arti, l’addome ed il torace. Le lesioni prodotte dall’acaro sono simili a scaglie e papule-crostose, che possono trasformarsi in lesioni secondarie quali erosioni, alopecia e complicazioni batteriche.

Sesamoidite

I sesamoidi sono due ossa presenti sulla porzione posteriore del nodello, fondamentali per lo scorrimento del legamento sospensore e per la stabilizzazione della stessa articolazione. Talvolta i sesamoidi possono esser colpiti da uno stato infiammatorio che provoca forme algiche acute nel cavallo, con un frequente coinvolgimento delle branche del legamento sospensore del nodello, determinando una patologia a carico del tessuto osseo e di quello ligamentoso. L'infiammazione colpisce, in modo particolare, i cavalli da corsa e da concorso, sottoposti a continui carichi di lavoro e di sollecitazione del legamento sospensore del nodello. Talvolta son da ricordare, anche cause anatomiche, con conformazione patologica dell'arto. Sesamoidite può produrre gravi forme algiche e zoppie pronunciate per la presenza in sede anatomica di tessuto altamente innervato. Il clinico, insieme a terapie riabilitative, ed eventualmente a terapia medica, può utilizzare il laser a diodo 810nm per gli effetti biologici della radiazione dell'infrarosso che si esplicano sul paziente con gli effetti antalgici, antinfiammatori e di innesco dei processi riparativi.

Terapia antalgica

La pubblicistica scientifica ha evidenziato come la lunghezza d'onda della radiazione del laser a diodo possa interagire con la guaina mielinica delle cellule di Schwann nel tessuto molle determinando una liberazione in sito di acetilcolina e serotonina e una drastica diminuzione delle prostaglandine. L'effetto analgesico “naturale” del laser a diodo permette al clinico di utilizzare l'anestetico in modo sporadico. È evidente che, considerando l'interazione e la grande affinità tra la radiazione luminosa e i tessuti pigmentati ricchi di emoglobina e melanina, l'utilizzo di vasocostrittori sia inutile e controproducente in particolari condizioni cliniche utilizzando il laser a basse potenze, perché ne rallenterebbe la capacità di taglio e di vaporizzazione.

Tigna

È una dermatofitosi, malattia che può colpire diversi animali (cavallo, cane, gatto ed altri) e la specie umana, ed è causata da un’infezione fungina. Nel cavallo rappresenta l’8% dei casi diagnosticati in dermatologia, ed è favorita dalla presenza di funghi patogeni cheratinofili e cheratolitici, che ristagnano sulla pelle, il pelo e le unghie dell’animale. Determina sulla cute del cavallo, prurito, alopecia, forfora ed è facilmente trasmissibile ad altri animali ed all'uomo (zoonosi). La patologia viene diagnosticata attraverso l'esame microscopico del pelo, l'esame citologico ed un'eventuale biopsia. Il laser a diodo 810nm può essere utilizzato nel trattamento di questa patologia zoonotica per gli effetti sterilizzanti, antinfiammatori e biorigenerativi, grazie all'applicazione di LLLT.

Vasculite

La vasculite è una patologia infiammatoria dei vasi sanguigni, e si manifesta con piccole lesioni emorragiche della cute sulle parti periferiche come la punta delle orecchie e coda dell’animale. L’eziopatogenesi può essere di origine infettiva e parassitaria, legata a patologie che scatenano effetti immunomediati o ad ipersensibilità da farmaci. Nel caso di vasculite infettiva e parassitaria, il clinico può utilizzare con successo terapeutico il laser a diodo 810nm, per le proprietà sterilizzanti, antinfiammatorie analgesiche, e di innesco dei processi riparativi, intrinseche alla luce emessa da quella lunghezza d’onda. In caso di vasculite non infettiva, legata a patologie sistemiche ed immunitarie, il laser a diodo va associato alle terapie mediche necessarie per la risoluzione clinica.

TRAUMATOLOGIA

Artriti

L’artrite è definita come un’infiammazione delle articolazioni e può coinvolgere una o più articolazioni in forma acuta o cronica. Tra le diverse forme di artrite sono incluse quella reumatoide, gottosa, settica, psoriasica e reattiva. I segni che la contraddistinguono sono il dolore, edema articolare con rigidità e sintomi correlati come la febbre. L’artrite può essere trattata sfruttando le proprietà terapeutiche di LLLT (laser terapia). Vasta Letteratura scientifica, dagli anni 60’ in poi, dimostrano che la radiazione del laser a diodo catalizza i processi riparativi incrementando la produzione di ATP, attraverso la fosforilazione ossidativa nella catena respiratoria mitocondriale, incrementa la trasformazione degli osteoblasti in osteociti bloccando l’azione di riassorbimento degli osteoclasti, svolge un’azione antiinfiammatoria abbattendo la concentrazione di Citochine, Interleuchine 1 e 6, TNF alfa, Cicloossigenasi e Prostaglandine.

Artrosi

È una patologia dovuta all’usura ed all’invecchiamento delle articolazioni. Colpisce le sedi più stressate dal carico, come la colonna vertebrale, anca, ginocchio, e può interessare nell’arto anteriore anche il carpo, metacarpo, sperone, falangi, e nell’arto posteriore il tarso, metatarso ed ossa delle dita dell’arto pelvico. I sintomi più comuni associati dell’artrosi sono il dolore, la rigidità e limitazione articolare, causati da un deterioramento della cartilagine, che nel tempo, perde la propria elasticità con un aumento dell’attrito tra le superfici ossee all’interno di una articolazione. Una sintomatologia correlata prevede l’infiammazione dei tendini e dei legamenti articolari, che produce sensazioni dolorifiche anche acute. L’utilizzo di THERASURGIVET può determinare, nel caso di artrosi, un effetto analgesico, per mediazione diretta, influenzando la concentrazione dei neurotrasmettitori responsabili della trasmissione algica, con depolarizzazione di membrana a livello delle guaine mieliniche, ed un’efficace azione antinfiammatoria per l’interazione diretta sui mediatori coinvolti come le citochine, interleuchine e Tnf alfa.

Contratture

La condizione di contrattura si presenta come un irrigidimento, senza lesione muscolare, e può essere associata ad un dolore continuo con limitazioni a livello funzionale. Raramente i sintomi, possono presentarsi anche di tipo nevralgico con parestesie e formicolii. L’applicazione terapeutica del laser svolge, come già evidenziato per altre condizioni cliniche, un’azione analgesica ed antinfiammatoria che conduce ad una rapida scomparsa dei sintomi. I traumatismi a carico dell’apparato muscolare trattati con il laser, evolvono con tempi di recupero ridotti ed una restitutio ad integrum soddisfacente per il decorso clinico. Nel caso di lesioni di minor entità come può essere classificata una contrattura, il tempo di recupero è più rapido con una verifica clinica e diagnostica sorprendente.

Contusione

Una contusione è spesso legata ad un trauma diretto che non compromette l’integrità dei distretti tissutali interessati, ed è causata da una compressione delle parti molli. I traumi contusivi possono essere classificati in tre gradi. Il primo è caratterizzato dalla presenza di ecchimosi, il secondo dalla presenza di ematomi e il terzo da necrosi cutanea che evolverà verso la formazione di un’ulcera con presenza di sintomi febbrili. L’utilizzo del laser con l’applicazione della fotobiostimolazione consente una rapida risoluzione dell’evento traumatico per l’azione combinata di analgesia ed effetto antinfiammatorio. La bio ottica stimolazione dei fibroblasti e la successiva proliferazione e migrazione, induce una rapida guarigione del tessuto colpito dalla contusione. Hamblin et al nel 2007 dimostrano un incremento, a seguito dell’irradiazione con il laser a diodo di tessuto lesionato, di SMA e degli effetti analgesici indotti dalla fotobiostimolazione. Ricordiamo come l’evidenza di attività analgesica con il laser avvenga su un tessuto lesionato e non sul tessuto sano. Letteratura scientifica ha verificato che la radiazione del laser a diodo agisce sulla pompa sodio-potassio con un effetto iperpolarizzante, sulle guaine mieliniche, che rende inefficace lo stimolo recettoriale.

Chiodo di strada

Sono delle lesioni prodotte da chiodi o altri corpi estranei sulla faccia plantare del piede del cavallo. L’infezione causata dal corpo estraneo può evolvere rapidamente soprattutto se penetra in profondità nei tessuti, e deve essere rimosso il prima possibile, per evitare conseguenze nefaste come quelle causate dal tetano. Anche durante la ferratura del cavallo, l’inchiodatura può determinare una lesione profonda causata da un chiodo destinato a tenere fermo il ferro allo zoccolo. L’utilizzo del laser a diodo 810nm, insieme a pratiche di profilassi antitetanica ed antibioticoterapia per via sistemica, è molto efficace, durante la rimozione del corpo estraneo, per sterilizzare in profondità la ferita e, con la successiva fotobiostimolazione, innescare rapidamente i processi riparativi.

Discopatie

Il disco intervertebrale è composto dal nucleo polposo e dall’anulus fibroso. Con l’evolversi del tempo si verifica una progressiva degenerazione del disco che coincide con una riduzione del contenuto idrico nel nucleo polposo. Questa variazione di concentrazione idrica può condurre alla comparsa di disordini strutturali quali la diminuzione del volume dell’altezza del disco, invaginazione e fissurazione delle fibre dell’anulus fibroso esterno, con formazione di tessuto di granulazione ipervascolarizzato e tessuto cicatriziale. È dimostrato che le sollecitazioni meccanico-pressorie esercitano uno schiacciamento ed allargamento del disco integro minore rispetto a quello degenerato e che il disco degenerato non riacquisterà completamente il suo iniziale spessore una volta rimosso il carico. Il trattamento terapeutico con il laser è indirizzato a realizzare un effetto antiinfiammatorio ed antalgico in profondità ed una biostimolazione che produce vasodilatazione nel sistema linfatico ed una neoangiogenesi per poter lenire gli effetti compressivi.

Distrazione Muscolare

È una grave lesione che causa la rottura di alcune fibre del muscolo, generalmente provocata da un’ improvvisa ed eccessiva sollecitazione. Questa condizione clinica può essere denominata, a seconda della gravità, come strappo di primo, secondo e terzo grado. Quando accade si dovrebbe immobilizzare il muscolo interessato ed evitare il carico dell’arto da parte dell’animale. Utili impacchi freddi, il più precocemente applicati. I traumatismi a carico dell’apparato muscolare trattati con il laser evolvono con tempi di recupero ridotti ed una restitutio ad integrum soddisfacente per il decorso clinico. L’indicazione all’utilizzo del laser prevede il trattamento fino alle lesioni distrattive di III grado con tempi mediamente di recupero più lunghi in presenza di lesioni gravi (mediamente inferiori ai 45 giorni). Gli esami diagnostici radiografici pre e post-trattamento sono necessari per valutare il decorso clinico dell'animale.

Edemi

L’edema è una condizione clinica che determina nell'animale una ritenzione di liquidi linfatici (idropisia) con conseguente accumulo nei tessuti. Le cause possono essere molteplici ed includono lesioni o traumi di origine muscolare, tendinei, infezioni, allergie, patologie renali, epatiche, cardiache, della tiroide, squilibri ormonali e pressori. Le forme più lievi tendono a regredire spontaneamente ma un ausilio terapeutico fondamentale è l’utilizzo del laser a diodo, la cui azione si esplica non per incremento termico ma per modifica del livello energetico cellulare. Le cellule dell’organo bersaglio, del distretto anatomico colpito dall’edema, vengono indotte, dalla luce del laser, a modificare il passaggio di stato di elettroni periferici in orbitali, ad un più elevato livello energetico. Questi cambiamenti rappresentano gli effetti primari della radiazione sui cromofori catalizzatori di energia come Citocromo-C ossidasi, NADH, Superossido desmutasi, proteine fotorecettive come Encefalopsine e Porfirine endogene. La fotobiostimolazione conduce al rapido innesco dei processi riparativi, analgesici ed antinfiammatori. Il laser stimola la produzione di Ossido d’Azoto (NO), un radicale libero in grado di provocare necrosi batterica e di stimolare la respirazione cellulare (attraverso le catene respiratorie mitocondriali). Il tessuto lesionato presenta edema per essudazione liquida che causa una compressione che mantiene alta la soglia del dolore nell’area lesionata. Il laser determina una vasodilatazione sul sistema linfatico con una riduzione precoce dell’edema. A livello molecolare la Letteratura scientifica ha verificato che la luce del laser a diodo, su distretti organici infiammati ed edematosi, determina una diminuzione delle Cicloossigenasi (COX) e delle Prostaglandine PGE e PGF, producendo un effetto a cascata inibitorio su edema e dolore.

Ematomi

L’ematoma deriva da una lesione di tipo traumatico che, senza causare lacerazioni dell’epidermide, determina una compressione con infiltrazione e raccolta di sangue all’interno dei tessuti molli sottostanti e rottura di vasi con infiltrazione muscolare. Per questa evenienza clinica l’utilizzo del laser è consigliabile per le proprietà emostatiche-coagulative, dovute all’elevata selettività della sua lunghezza d’onda per l’emoglobina e per i meccanismi d’azione della fotobiostimolazione sui processi riparativi d’organo. Il tessuto colpito da un evento patologico necessita di fonti energetiche sufficienti per programmare i processi riparativi. L’energia è fornita dalla fosforilazione ossidativa prodotta all’interno della catena respiratoria mitocondriale, necessaria per la produzione di ATP. L’azione del laser si esplica a carico di una specifica deidrogenasi per il NADH, favorendo il passaggio di elettroni periferici dal substrato al nucleotide. In particolare la radiazione interagisce con citocromo A/A3, costituito da proteine con un gruppo ferro-protoporfirinico simile all’emoglobina. Letteratura recente dimostra che ATP sintetizzato in seguito alla fotobiostimolazione mostra un aumento quantitativo considerevole e questo determina la catalizzazione dei processi riparativi cellulari e del tessuto sede della lesione.

Igroma

Igroma è una sacca sierosa piena di liquido incapsulato all’interno di tessuto connettivale fibroso. Comunemente è riscontrabile nelle vicinanze dell’olecrano, prominenza ossea della porzione terminale dell’ulna, nell’articolazione del gomito. E’ caratterizzato da un processo infiammatorio che nel tempo può trasformarsi in una sacca connettivale fibrosa, piena di liquido sinoviale. Si presenta come una tumefazione globosa, fluttuante, edematosa, che può trasformarsi in massa compatta con l’avanzare del processo infiammatorio. L’utilizzo del laser con il protocollo di fotobiostimolazione consente, al clinico utilizzatore, di ottenere un’efficace azione antinfiammatoria ed analgesica, indirizzando, durante le prime fasi della malattia, ad una risoluzione dei sintomi. Anche nell'animale con uno stato patologico cronicizzato, la radiazione risulta efficace per stabilizzare e migliorare i sintomi ed alleviare le algie dolorose.

Laminite o Podoflemmatite

Laminite è un infiammazione a carico dei tessuti molli del piede, e nei casi gravi può provocare il distacco delle lamine dall’osso podalico. L’infiammazione causa disturbi di deambulazione e colpisce la parete dorsale degli zoccoli. I cavalli colpiti da laminite deambulano in modo forzato da sembrar muoversi “sulle spine”. Le cause sono molteplici e possono esser correlate ad un regime alimentare ricco di carboidrati, dal lavoro prolungato su terreni accidentati, dal sovrappeso, da infezioni trascurate, da intossicazione da farmaci ed altre ancora. Il Laser a diodo 810nm per le proprietà biologiche intrinseche della radiazione nell’infrarosso, determina un'efficace azione antinfiammatoria ed antalgica sui tessuti molli convolti dall'evento patologico, innescando i processi di guarigione. Alla terapia laser il clinico può abbinare l’uso di antinfiammatori non steroidei, in fase acuta, e può decidere di affiancare un controllo sull’apporto di calorie e consigliare un regime alimentare ricco di fibre con vitamine e minerali essenziali e con pochi zuccheri ed amidi. Consigliabile anche l’ammollo del fieno e l’utilizzo di fieno maturo in sostituzione di quello fresco. Importante incoraggiare il movimento e la deambulazione del cavallo evitando la sedentarietà e l’eccessiva assunzione di foraggio.

Lesioni Muscolari

Il clinico deve valutare l’importanza di un accorciamento drastico dei tempi di recupero biologici sui pazienti traumatizzati con lesioni muscolari. Ma proprio sul recupero rapido deve disporre di appropriate valutazioni, ed indirizzare un’attenzione particolare all’ausilio delle indagini diagnostiche disponibili. E’ fondamentale che non ci si limiti ad un miglioramento o alla scomparsa della sintomatologia dolorosa. Il clinico ha la necessità deontologica di verificare e certificare che il quadro clinico e la prognosi siano collegati alla remissione completa della patologia. Il laser con l’ausilio del manipolo terapeutico determina una riduzione immediata della sintomatologia dolorosa che si accompagna ad una remissione favorevole, dal punto di vista prognostico, del quadro clinico. La scelta tecnica e clinica di non utilizzare il distanziatore permette al clinico di variare a sua discrezione la distanza del raggio dalla lesione, modificando la penetrazione dello stesso nel tessuto e creando fasci fotonici iper focalizzati (avvicinamento alla cute) o defocalizzati (allontanamento dalla cute). Il tempo di irraggiamento, valutabile dal clinico a seconda delle condizioni patologiche dell'animale, è mediamente di 3/4 minuti per campo. Questi parametri permettono al raggio laser di raggiungere i tessuti lesi in profondità, evitando l’ausilio chirurgico in prima battuta. Il vantaggio clinico dell’utilizzo del laser è la riduzione dei tempi di recupero rispetto alle tradizionali terapie. L’operatore clinico deve affidarsi non soltanto alla verifica dell’evidenza clinica ma anche alle indagini diagnostiche specifiche per oggettivare la reale evoluzione della patologia. I traumatismi a carico dell’apparato muscolare trattati evolvono con tempi di recupero ridotti ed una restitutio ad integrum soddisfacente per il decorso clinico.

Lesioni Tendinee

Insieme alle lesioni acute come la rottura tendinea (per la quale è necessario il trattamento chirurgico) si presentano forme ad evoluzione cronica come le tendinopatie. Questa patologia è invalidante e spesso è causata da un sovraccarico a cui viene sottoposto l’apparato locomotore dell’animale. Queste lesioni possono essere trattate con prognosi favorevole grazie all’ausilio del laser. Gli esami diagnostici radiografici pre e post-trattamento sono necessari per valutare il decorso clinico dell'animale. I traumatismi a carico dell’apparato tendineo trattati con il laser evolvono con tempi di recupero ridotti ed una restitutio ad integrum soddisfacente per il decorso clinico.

Osteoartrite Acuta/Cronica

L’osteoartrite nell’animale è una patologia comune e diffusa. E’ caratterizzata da una progressiva degenerazione a livello articolare, accompagnata da sensazioni dolorifiche e con limitazioni progressive della mobilità dell’articolazione interessata. Si evidenziano in fase di progressione, danni alla cartilagine ed ai tessuti circostanti, con edema e rigidità al risveglio o in mancanza di attività. I sintomi si attenuano quando l’animale si riattiva e l’articolazione viene rimessa in movimento. In sostituzione della terapia con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), il laser può esplicare, in tale condizione patologica, un’efficace azione antinfiammatoria ed antalgica come evidenziato nei paragrafi precedenti, in associazione con sedute di fisiokinesiterapia. Il laser a diodo permette un recupero clinico soddisfacente rispetto agli schemi tradizionali terapeutici, e con l’applicazione di LLLT un’efficace stabilizzazione articolare.

Osteocondrite

L'osteocondrite è una patologia su base infiammatoria che colpisce il tessuto osseo e cartilagineo durante il periodo di accrescimento, in epoca giovanile, in particolare nel cane, e coinvolge l'articolazione della testa dell'omero, i condili femorali, del tarso, del sacro e della mandibola. Nelle fasi iniziali si manifesta con un deficit di produzione di osso sub-cartilagineo da parte della cartilagine articolare e con un proprio aumento di volume e spessore dei condrociti che porta alla morte cellulare. La biostimolazione con il laser a diodo 810nm determina, oltre ai noti effetti antalgici, antinfiammatori e rigenerativi, un aumento nella produzione di osteociti dagli osteoblasti, inibendo la sovraproduzione di osteoclasti. La radiazione nell'infrarosso a 670 e 810nm determina una dinamica equilibrante tra cellule e matrice, nei tessuti, compreso quello osseo, catalizzando la produzione di molecole proteiche definite matricellulari, come Periostina, TGF alfa, BMP-2 (fattori di crescita) ed HSP 70, fondamentali per l'innesco dei processi riparativi d'organo e tissutali. E' di fondamentale importanza, per la prevenzione di questa condizione patologica, un regime alimentare con un controllo costante delle calorie assorbite dall'animale. La diagnosi certa valutata con mezzi radiografici come RM, TC, artroscopia. In una strategia terapeutica articolata, insieme a PRP, cellule staminali o pluripotenziali, l'azione del laser a diodo velocizza i processi di rigenerazione ossea, come vasta Letteratura revisionata ha dimostrato.

Patologia Navicolare

È un’infiammazione che colpisce l’ultima articolazione interfalangea distale del piede del cavallo comprendendo altre parti anatomiche come l’osso navicolare, la borsa podotrocleare del navicolare ed il flessore digitale profondo, insieme ai legamenti sesamoidei ed al legamento anulare digitale distale. Le strutture interessate dalla patologia navicolare possono andare incontro ad alterazioni degenerative dell’osso subcondrale, erosioni, aderenze che inibiscono la deambulazione. Di non semplice diagnosi, questa infiammazione determina durante la deambulazione del cavallo un arto meno sollevato con un’incompleta estensione dell’articolazione del ginocchio. Le cause della malattia sono sconosciute anche se il carico gravoso come il salto ad ostacoli potrebbe spiegarla.

Il Laser a diodo 810nm consente con applicazioni ripetute di fotobiostimolazione e terapia medica, un’azione analgesica ed antinfiammatoria che può produrre ad una rapida scomparsa dei sintomi sull'articolazione colpita dall'infiammazione.

Putrefazione del fettone

È caratterizzata da un'infiammazione ed infezione del fettone che tende nel tempo, se non trattata, ad ulcerarsi, con rammollimento della sostanza cornea e fuoriuscita dal tessuto podovilloso, un escreato maleodorante. Se trascurata, questa condizione può condurre al cosiddetto cancro del fettone. La prevenzione, attuando misure di pulizia frequente sugli zoccoli e del box, e le ferrature affidate a personale esperto, è di fondamentale importanza per evitare al cavallo tale condizione clinica.

Il Laser a diodo 810nm, integrato a terapia medica, consente un'efficace decontaminazione del tessuto colpito dall'evento patologico con un’azione analgesica ed antinfiammatoria che conduce ad una rapida restitutio-ad-integrum.

Rabdomiolisi

È una patologia che può determinare condizioni cliniche invalidanti nel cavallo, che colpito, mostra un'andatura rigida, presenza di crampi muscolari, algie di grado variabile e riluttanza nel deambulare durante pratiche di esercizio lieve o moderato. Questa condizione è osservabile anche dopo sforzi prolungati o trasferimenti di lunga durata. La diagnosi viene convalidata sui segni clinici e dalla presenza aumentata di enzimi muscolari nel siero, come CK (creatinachinasi), LDH (latticodeidrogenasi) e AST (aspartato-aminotransferasi). Ai sintomi già descritti, possono manifestarsi condizioni di intensa sudorazione, disidratazione, intense algie e urine scure ricche di sostanze organiche. Per la prevenzione di tale condizione clinica, è di fondamentale importanza la programmazione del carico di lavoro e di un regime alimentare compatibile a supportare un'attività fisica intensa. Il clinico, nel caso evidenziasse algie ed infiammazione per il cavallo affetto da rabdomiolisi, può utilizzare efficacemente il laser a diodo 810nm, per una terapia di supporto e per gli effetti analgesici ed antinfiammatori della radiazione nell'infrarosso.

Sobbattitura

È una contusione delle suola, dei talloni e di altre parti del piede e si manifesta con ematomi e trasudazione di sangue nella sostanza cornea, e a volte possono verificarsi delle suppurazioni e formazioni di ascessi. Le cause principali della contusione sono da ascriversi alla presenza di terreno irregolare e sassoso o da ferri mal posizionati o non adatti al cavallo. Il Laser a diodo 810nm per questa condizione clinica determina coagulazione immediata su perdite ematiche, decontaminazione e biostimolazione tissutale.

Spondiloartrosi

È una malattia degenerativa della cartilagine dei dischi intervertebrali. L’artrosi della colonna produce variazioni morfologiche per i dischi intervertebrali, le cavità articolari e le articolazioni unco-vertebrali. I sintomi consistono in dolore, rigidità e spesso blocchi della deambulazione. Il dolore a causa della compressione delle radici nervose, può essere riflesso, radicolare con parestesie con riduzione dei riflessi osteo-tendinei. Il protocollo terapeutico per spondiloartrosi prevede l’utilizzo del laser in ausilio con terapie combinate. L’effetto antalgico ed antinfiammatorio del laser a diodo descritto nei paragrafi precedenti, portano ad un sollievo per i sintomi dolorosi con un’importante riduzione della flogosi, rallentando in questo modo il processo evolutivo.

Stiramento Muscolare

Lo stiramento muscolare, definito elongazione, è una lesione muscolare di lieve o media entità, con allungamento eccessivo di uno o più muscoli, con comparsa di ematoma per rottura di piccoli vasi. Sono stati evidenziati, nei paragrafi precedenti, i vantaggi clinici della radiazione del laser a diodo, che produce con LLLT una catalizzazione sui processi riparativi, con effetti analgesici ed antinfiammatori, e con tempi di recupero rapidi.

Tarlo o Micosi ungueale

L’onicomicosi è una forma infettiva fungina causata dall’Achorion Keratophagus che insinuandosi nelle screpolature dello zoccolo determinano fragilità ed infezione a carico dell’unghia. Il laser a diodo 810nm in questa particolare condizione clinica viene utilizzato per decontaminare la zona infetta e con la successiva fotobiostimolazione, per innescare gli effetti analgesici, antinfiammatori e riparativi che producono una veloce risoluzione della patologia.

Tendinopatia Acuta

Si descrive una tendinopatia acuta quando si osserva edema ed infiammazione con eventuale rottura parziale o completa del tendine. Tra le principali tendinopatie vengono incluse quelle inserzionali, tenosinoviti, peritendiniti, tendinosi con interessamento della giunzione osteo-tendinea. Insieme alle lesioni acute come la rottura tendinea (per la quale è necessario il trattamento chirurgico) si presentano forme acute con massiva infiammazione ed edema. Gli effetti della biostimolazione (LLLT) possono favorire un importante recupero funzionale del tendine infiammato, con una prognosi favorevole, senza dover ricorrere a dosi frequenti di FANS.

Gli esami diagnostici radiografici pre e post-trattamento sono necessari per valutare il decorso clinico dell'animale.

Tendinopatia Cronica

Patologia causata, nella maggior parte dei casi, da un sovraccarico funzionale che determina fenomeni degenerativi di lunga durata. Insieme alle lesioni acute come la rottura tendinea (per la quale è necessario il trattamento chirurgico) si presentano forme ad evoluzione cronica come le tendinopatie. Questa patologia è invalidante e spesso è causata da un sovraccarico a cui viene sottoposto l’apparato locomotore dell'animale. Queste lesioni possono essere trattate con prognosi favorevole grazie all’ausilio del laser. Gli esami diagnostici radiografici pre e post-trattamento sono necessari per valutare il decorso clinico dell'animale. L’effetto della fotobiostimolazione e di analgesia accelera gli eventi biochimici, molecolari e cellulari nell’organo bersaglio. L’azione si esplica non per incremento termico ma per una conseguente modificazione del livello energetico cellulare. Le cellule dell’organo bersaglio vengono indotte, dalla radiazione a modificare il proprio stato elettronico, con il passaggio di stato di elettroni periferici in orbitali, ad un livello energetico superiore. In particolare sono coinvolti durante la fotobiostimolazione dei cromofori catalizzatori come i citocromi della catena respiratoria mitocondriale, il nicotinammide adenosin dinucleotide ridotto (NADH), il superossido desmutasi (SOD), proteine fotorecettive come le porfirine endogene e la periostina, inducendo un aumento della sintesi di ATP, carburante necessario per tutti i processi metabolici. L’attivazione dei cromofori catalizzatori conduce agli effetti secondari di stimolazione cellulare, condizione necessaria per i processi riparativi e gli effetti analgesici indotti dalla fotobiostimolazione. I traumatismi a carico dell’apparato tendineo trattati con il laser evolvono con tempi di recupero ridotti ed una restitutio ad integrum soddisfacente per il decorso clinico.

Traumatologia generale

Il laser a diodo può essere utilizzato in ambito traumatologico seguendo il protocollo pre-impostato. In particolar modo per lesioni muscolari (contusione, ematoma, schiacciamento muscolare, contrattura, stiramento, strappo muscolare), lesioni tendinee acute (rotture od avulsione ossea inserzionale) e croniche (tendinopatie), lesioni articolari acute (distorsione, lussazione), lesioni ligamentose, lesioni della cartilagine e lesioni ossee (fratture, microfratture, periostiti).

L'accertamento ecografico viene eseguito prima e successivamente al trattamento laser per monitorare l'iter terapeutico.

Trigger Point

La tecnica terapeutica sul Trigger point, è utilizzata per il trattamento delle lesioni muscolari. I Trigger points o punti grilletto rappresentano una sintomatologia frequente sia per la specie umana che per quella animale, e il sintomo, come da definizione di Travell e Simons, può essere definito come sindrome miofasciale dolorosa. Si manifesta con la presenza di un dolore profondo e ben delimitato all’interno di una contrattura muscolare localizzata, talvolta con evidenza di tessuto cicatriziale causato da una prolungata contrattura muscolare che produce edema ed ipossia tissutale. Il Trigger può coinvolgere le terminazioni delle cellule del sistema nervoso, provocando una depolarizzazione di membrana nelle guaine mieliniche, con aumento della sensibilità dolorosa che può cronicizzarsi. L’utilizzo del laser a diodo determina un effetto analgesico fisiologico indotto dalla diminuzione della concentrazione dei neurotrasmettitori responsabili della trasmissione dolorifica, ed una efficace azione antinfiammatoria nell’influenzare la concentrazione dei mediatori infiammatori come le citochine, interleuchina-1, interleuchina-6 e TNF alfa.

CHIRURGIA

Adenoma

È un tumore che origina dalle cellule epiteliali, caratterizzato da uno scarso potere infiltrativo e metastatizzante. Prima di valutare e scegliere la via terapeutica, è fondamentale una diagnosi certa con esami citologici e biopsie. Per l’escissione delle neoformazioni adenomatose, la chirurgia con il laser a diodo 810nm rappresenta una scelta d’elezione per il chirurgo.

Carcinoma Basocellulare

Il carcinoma basocellulare si evidenzia come una neoformazione papulare o nodulare superficiale, a lento accrescimento, derivato da cellule epidermiche. Questo carcinoma deriva dai cheratinociti vicini allo strato basale. La metastatizzazione è rara ma la crescita in situ può essere distruttiva per i tessuti coinvolti. La diagnosi conclusiva viene formulata con la biopsia. Frequente nel gatto (15-26%), meno nel cane con un’incidenza intorno al 4-12%. Le sedi elettive sono testa, collo, tronco ed arti. Se valutata, come approccio terapeutico, l’asportazione chirurgica effettuata con il laser a diodo risulta una pratica conservativa come già evidenziato in altre applicazioni alla quale seguirà, al termine dell’intervento, la fotobiostimolazione per indurre dei rapidi effetti rigenerativi sul tessuto trattato.

Carcinoma Squamoso

Il carcinoma squamocellulare è una neoplasia che si manifesta con delle lesioni crostose a livello delle aree ipopigmentate del naso, delle pinne auricolari e del canto mediale dell’occhio che rappresentano le aree più esposte ai raggi UVA e UVB. Il rischio di sviluppare questa patologia è più frequente nei gatti con mantello bianco anche se non di rado riscontro anche su mantello di colore diverso dal bianco, soprattutto in aree non coperte dal pelo ed è il secondo tipo più comune di tumore nei cavalli. Il clinico per confermare la diagnosi può effettuare l’esame bioptico, e nel più breve tempo possibile per garantire un esito più favorevole.

Cheratoacantoma

Tumore benigno che colpisce la porzione cellulare della parete dello zoccolo epidermico. Il sintomo più comune che evidenzia questa patologia è l'instabilità deambulatoria del cavallo ed è associato ad un'algia concomitante. È sempre preferibile per diagnosticare la patologia, prescrivere una radiografia o una Risonanza magnetica, ma procedere, per la diagnosi definitiva, all'esame istologico del tessuto asportato. Per trattare il cheratoma è prevista la rimozione chirurgica completa, dell'osso della corona. Il laser a diodo 810nm viene utilizzato, durante l’asportazione del cheratoacantoma, in simbiosi con gli strumenti tradizionali, per decontaminare, coagulare, disinfiammare le zone chirurgiche e con la fotobiostimolazione post-chirurgica, innescare una rapida rigenerazione tissutale.

Cheratosi Solare

La sovraesposizione alle radiazioni solari può provocare numerosi effetti biologici sulla cute dei mammiferi, come l’insorgenza di tumori che si differenziano in cellule squamose: cheratosi e carcinoma squamoso attinico. Ricordiamo che le radiazioni UVB tra i 200 e i 400nm sono cancerogene. Dopo aver definito con una diagnosi certa la patologia, la forma terapeutica d’elezione, durante la fase iniziale, e per lesioni superficiali (profondità <0,5 cm) nel caso di cheratosi attinica e carcinoma squamoso, è quella fotodinamica. L’azione citotossica è legata all’attivazione di un agente fotosensibilizzante da parte di una radiazione con delle specifiche di lunghezza d’onda. Il fotosensibilizzante (acido 5 aminolevulinico) viene iniettato in endovena o lasciato in situ sulla lesione per 3 ore, che viene irradiata da una una luce 650nm e 810nm. La reazione fotochimica che ne risulta, determina la formazione di Specie Reattive tossiche (ROS) a base di ossigeno singoletto, responsabile di apoptosi cellulare sulle cellule cancerose. I vantaggi di questa terapia sono legati all’assenza di tossicità sistemica, possibilità di ripetere il trattamento in caso di recidiva, combinazione con altri tipi di trattamento ed evoluzione terapeutica favorevole dal 75 al 100% dei casi trattati.

Chirurgia generale

L'utilizzo del laser a diodo in numerose patologie del cavo orale si è rivelato insostituibile in quanto offre numerosi vantaggi dal punto di vista clinico rispetto ai sistemi tradizionali.

In particolare, il trattamento laser determina un minor danno tissutale, un'ottima coagulazione con un'eccellente visione del campo operatorio, un decorso post-operatorio con edema ridotto e guarigione predicibile. Il ridotto raggio d'azione della radiazione laser riduce notevolmente il pericolo di trauma strumentale. Uno strumento elettrochirurgico procura un danno minimo tissutale che riguarda circa 400 strati cellulari, mentre il bisturi tradizionale almeno 200, accompagnati entrambi da emorragia intracellulare. Il laser a diodo, invece, si limita a 2-6 strati cellular con una perfetta coagulazione e con un'azione battericida di indubbio vantaggio clinico. La radiazione luminosa catalizza i tempi di guarigione tissutale e non causa fascicolazione muscolare.

Emostasi

La proprietà emostatica-coagulativa della radiazione del laser a diodo è dovuta all'elevata affinità della sua lunghezza d'onda con l'emoglobina. Questa capacità può essere sfruttata per controllare il sanguinamento che segue manovre indotte dagli strumenti tradizionali. Tale proprietà assume fondamentale importanza per il clinico che deve intervenire su pazienti in cura con antiaggreganti piastrinici.

Fibroma Peduncolato

Il fibroma è caratterizzato da un'iperplasia reattiva del tessuto connettivo con sede abituale nella mucosa geniena, sulla lingua e sul palato. Il trattamento con il laser a diodo permette l'escissione del fibroma in modo rapido (garantendo l'estensione oltre i margini), con una perfetta emostasi e spesso senza l'utilizzo di anestetici.

Fistole

La capacità della radiazione luminosa del laser a diodo di decontaminare e ridurre in modo logaritmico le colonie batteriche permette al clinico di intervenire in situazioni difficili e con tempi applicativi rapidi.

Il protocollo di intervento per una periodontite apicale fistolizzata cutanea dimostra che questo tipo di patologia può essere trattata con una seduta endodontica.

Ipercromia epiteliale

Nel caso di ipercromie gengivali, il clinico dovrà stabilire una diagnosi corretta che escluda la presenza nell’epitelio di formazioni potenzialmente maligne. Le ipercromie gengivali di più frequente riscontro sono lesioni causate da una concentrazione, oltre il limite fisiologico, di melanina all’interno dell’epitelio gengivale. Possono presentarsi a morfologia piana con una colorazione che vira dal blu al marrone scuro. Singole o multiple, si riscontrano sulle labbra, sulla mucosa gengivale e sul palato.

Lago Venoso

Sul piano anatomo-patologico e in base alla classificazione nosografica bisogna distinguere gli emangiomi immaturi (tuberosi, sottocutanei e misti) dalle lesioni vascolari propriamente dette

(capillari, artero-venose, linfatiche,venose e sistemiche). Spesso, infatti, viene attribuito lo stesso nome a lesioni differenti creando confusione per quanto riguarda la fisiopatologia ed il trattamento clinico.

L'utilizzo del laser a diodo nelle anomalie vascolari ha permesso un notevole progresso nelle tecniche di trattamento con risultati non raggiungibili con gli strumenti tradizionali.

L'interazione e la grande affinità tra la radiazione luminosa del laser a diodo e i cromofori tissutali consentono al clinico di operare su un campo operatorio decontaminato e ben visibile con tempi di guarigione precoci e in assenza di esiti post-chirurgici.

Lesioni vascolari: Emangiomi

Sul piano anatomo-patologico e in base alla classificazione nosografica bisogna distinguere gli emangiomi immaturi (tuberosi, sottocutanei e misti) dalle lesioni vascolari propriamente dette (capillari, artero-venose, linfatiche,venose e sistemiche). Spesso, infatti, viene attribuito lo stesso nome a lesioni differenti creando confusione per quanto riguarda la fisiopatologia ed il trattamento clinico.

L'utilizzo del laser a diodo nelle anomalie vascolari ha permesso un notevole progresso nelle tecniche di trattamento con risultati non raggiungibili con gli strumenti tradizionali.

L'interazione e la grande affinità tra la radiazione luminosa del laser a diodo e i cromofori tissutali consentono al clinico di operare su un campo operatorio decontaminato e ben visibile con tempi di guarigione precoci e in assenza di esiti post-chirurgici.

Mastocitoma

Il mastocitoma è un tumore che prende origine dai mastociti, cellule coinvolte nelle reazioni anafilattiche, allergiche e di ipersensibilità e che rilasciano in condizione di infiammazione sostanze vasoattive come l’istamina e la serotonina. È un tumore caratterizzato da una biologia diversificata, con forme localizzate, a volte benigne, ed apparire come una patologia metastatica. Rappresenta la più comune neoplasia cutanea nel cane con un’incidenza intorno al 15-21% rispetto agli altri tumori cutanei, con uno sviluppo nelle regioni del tronco, perineale, arti, collo e testa. Talvolta le metastasi sono riscontrabili a livello di linfonodi, milza, fegato, polmoni, midollo osseo e tessuto molle del cavo orale. Il grado istologico diventa il fattore prognostico più importante, perché i mastocitomi meno aggressivi sono trattati con la esclusiva chirurgia, mentre quelli più invasivi, dopo la chirurgia vanno trattati con terapie mediche.

Otoematoma

È una raccolta ematica nella pinna auricolare di gatti e cani ed è visibile al clinico con un edema sottocutaneo che tende, nel tempo, a causare algie acute nel padiglione auricolare ed, in seguito, otiti. La causa primaria di otoematoma è di origine traumatica. La terapia, nella maggior parte dei casi è quella di associare terapia medica e chirurgia. Il laser a diodo 810nm è uno strumento importante per affrontare tale evenienza clinica. Consente al clinico di drenare la lesione chirurgicamente, disinfiammandola in emostasi e sterilizzandola in modo efficace, applicando di seguito LLLT (Low Level Laser Therapy) con un manipolo terapeutico per determinare l’innesco dei processi di guarigione tissutale con stimolazione, attraverso la sintesi accelerata di ATP, di collagene ed elastina, coinvolgendo le molecole matricellulari come Periostina, TGF-beta e BMP-2.

Papilloma Peduncolato

I papillomi nel cane, nel gatto ed in altre specie animali sono delle forme tumorali cutanee frequenti. Possono presentarsi, alla prima osservazione, in forma benigna che può evolvere in forma maligna o cronicizzarsi. La loro origine, prevalentemente, viene associata alla presenza con il papilloma virus e si presentano in forma riconoscibile con una massa rilevata rispetto alla cute, in diversi ristretti e morfologia. Talvolta, se localizzato sul piede, può presentarsi in forma incistata che necessita di un’escissione profonda rispetto al piano cutaneo.

Pilomatricoma

Tumore benigno che si sviluppa dalla matrice del pelo. Può essere osservato nel cane ed in particolare nel Kerry blue terrier e nei barboncini, mentre è raro nel gatto. Si manifesta con una massa intradermica, non mobile e con alopecia sulla spalla, sui fianche, dorso ed arti.

Sarcoide

Il sarcoide è la neoplasia benigna cutanea, non metastatica, più frequente nel cavallo, nell’asino, nel mulo, di origine fibroblastica, a diversa localizzazione, responsabile di danni estetici e funzionali. La biologia molecolare ha dimostrato che l'agente eziologico responsabile del sarcoide è il Papilloma virus. Dopo la diagnosi istologica il sarcoide può essere asportato con il laser a diodo 810nm e grazie alla sua azione di taglio emostatico, decontaminante, analgesico, produce un'escissione chirurgica rapida, spesso senza opposizione di punti di sutura. La successiva biostimolazione, post-chirurgica, con il laser a diodo 810nm, determina una rapida rigenerazione tissutale e, come verificato sulle lesioni erpetiche, una riduzione drastica per le recidive.

Tricoblastoma

È un tumore benigno di origine epiteliale. In Letteratura veterinaria possiamo trovare una vasta verifica su tumori di origine follicolare come il Tricoblastoma. Abramo et al. nel 1999 verificano, su 898 reperti bioptici, che le neoplasie follicolari rappresentavano l’8% di tutti quelli diagnosticati ed il 26% erano proprio tricoblastomi a carico di felini domestici. Anche nella specie canina è piuttosto comune e si evidenzia con una neoformazione esofitica, solitamente alopecica, a livello della testa e del collo. Il clinico dopo aver formulato una diagnosi certa, può asportarlo chirurgicamente con il laser a diodo 810nm.

Tricoepitelioma

Tumore che colpisce il gatto (1-4%) e il cane (1-3%) ed origina da tutti e 3 le porzioni del follicolo pilifero. Generalmente colpisce gli animali adulti manifestandosi con noduli e papule intradermiche localizzati sulla testa, collo, zampe, coda del gatto, torace, lombi ed arti nel cane. Con una certa frequenza si può osservare anche la variante cistica caratterizzata dalla presenza di cheratina.

Turbinati Nasali

I turbinati nasali sono delle strutture ossee situati all’interno delle fosse nasali, ricoperti da mucosa con una rete estesa di capillari. La loro funzione primaria è quella di filtrare ed equilibrare l’aria inspirata. A causa di condizioni anatomiche particolari, come negli animali brachicefali, o per eventi allergici, stress chimici, batterici, virali e di altra natura, i turbinati possono modificarsi in dimensione e creare condizioni che possono cronicizzarsi nel tempo, come risposta a stimoli reattivi con conseguente difficoltà respiratoria. L’ipertrofia determina un edema della mucosa respiratoria che può determinare anche forme di dispnea grave. Nel caso di un’ipertrofia cronicizzata e stabile nel tempo, il clinico può valutare, dopo una diagnosi approfondita, la terapia chirurgica con l’utilizzo del laser a diodo 810nm che consente una turbinectomia mini-invasiva in emostasi e conservativa del tessuto, per l’asportazione di pochi strati cellulari, rispetto ad un intervento con strumenti chirurgici tradizionali.

Verruche e condilomi

La verruca è una neoformazione proliferativa dell'epidermide. Solitamente si presenta sotto forma di rilievo tondeggiante con diametro variabile. È ricoperto di cellule cheratiniche con sede elettiva a livello toracico e di non raro riscontro a livello degli arti e del viso. La verruca volgare, di origine virale (HPV), è localizzata usualmente sul dorso e sulle zampe. Il laser a diodo permette l'eradicazione della neoformazione in tempi brevissimi.

ODONTOSTOMATOLOGIA

Adenocarcinoma

Adenocarcinoma è un tumore che può interessare diversi organi, sviluppandosi dal tessuto ghiandolare presente nei diversi distretti organici, come quello polmonare, gastrico, endometriale, del pancreas, colon, mammella ed altri come i sacchi paranali presenti sia nel cane che nel gatto e circondati da fibre del muscolo sfintere, esterno all’ano. Tra le forme tumorali il più comune è l’adenocarcinoma apocrino del seno paranale, frequente nel cane è molto raro nel gatto. La diagnosi si basa sull’osservazione clinica con esplorazione digito-rettale, esami radiografici approfonditi, ago aspirato ed esame citologico. La diagnosi certa deriva sempre dall’esame istologico con un prelievo bioptico che il clinico può ottenere con la laser chirurgia, e l’eventuale asportazione chirurgica del tumore primario e dei linfonodi locoregionali interessati, oltre che alla terapia farmacologica, chemioterapica e radioterapica. Per l’asportazione chirurgica dell’adenocarcinoma delle ghiandole apocrine è previsto l’utilizzo del laser a diodo, da preferire rispetto alle tecniche di escissione con gli strumenti tradizionali, come il bisturi a lama fredda (coadiuvante sul tessuto ischemico) e l’elettrobisturi, per le proprietà intrinseche della radiazione luminosa con lunghezza d’onda 810nm, che si esplicano con gli effetti analgesici, coagulanti, antinfiammatori , conservativi per il tessuto asportato, e per il successivo innesco, con la fotobiostimolazione, dei processi riparativi, che inducono la produzione accelerata di collagene ed elastina, e spesso senza opposizione di punti di sutura da parte del clinico e guarigione per riepitelizzazione per seconda intenzione del tessuto sottoposto alla chirurgia laser a diodo.

Ameloblastoma

È una neoplasia relativamente frequente, localizzata prevalentemente sulla mandibola. È classificato come tumore benigno ma presenta una tendenza alla recidiva, ed il paziente deve esser sottoposto a chirurgia demolitiva sistematica. Da recenti acquisizioni scientifiche si è evidenziata la capacità invasiva sull’osso coinvolto dall’Ameloblastoma con una presenza massiva dell’attività osteoclastica, che bloccherebbe l’osteogenesi, con conseguente riassorbimento del tessuto osseo. Durante lo sviluppo della malattia, i ricercatori hanno evidenziato la presenza di molecole pro-infiammatorie come TNF-alfa che stimolerebbero, insieme ad una famiglia di metalloproteasi, il metabolismo osteoclastico. L’utilizzo del laser a diodo 810um, in questa condizione patologica, diventa efficace sia per l’operatività chirurgica che combina la capacità coagulativa e di taglio sui tessuti molli, ma anche e soprattutto per la proprietà intrinseca antinfiammatoria della fotobiostimolazione che determina una diminuizione immediata dei mediatori pro-infiammatori come il TNF-alfa, le citochine e interleuchine 1alfa, 6 e 8, con un effetto tampone nei confronti degli osteoclasti, stimolando la produzione di osteociti dagli osteoblasti e favorendo la rigenerazione ossea.

Biopsia escissione nel cavo orale

La chirurgia escissionale delle neoformazioni della mucosa orale (tutte le lesioni reattive fino ai tumori maligni) è strettamente legata alle dimensioni delle stesse lesioni, ossia alla necessità o meno di effettuare una biopsia incisionale pre-operatoria. Anche la stessa biopsia è un atto chirurgico importante che può essere effettuato con il laser a diodo. L'escissione di neoformazioni di dimensioni ridotte e che non necessitano quindi di biopsia pre-operatoria deve essere eseguita in modo adeguato al sospetto clinico di malattia, in modo da avere dei margini di taglio con il laser a diodo 810nm sia laterali, sia profondi nel tessuto sano (distanti almeno 2-4 mm dalla lesione principale). Tali margini devono essere ancor più ampi quanto più dubbia è la natura della lesione trattata.

L'esame istologico del campione è necessario in tutti i casi.

Epulide

L'epulide è una iperplasia del tessuto connettivo della gengiva o del parodonto. Si tratta di lesioni simili a tumori benigni ma non sono neoplasie vere e proprie. Questa neoformazione può essere facilmente vaporizzata con l'ausilio del laser.

Fibroma

Il fibroma è caratterizzato da un'iperplasia reattiva del tessuto connettivo con sede abituale nella mucosa geniena, sulla lingua e sul palato. Il trattamento con il laser a diodo permette l'escissione del fibroma in modo rapido (garantendo l'estensione oltre i margini), con una perfetta emostasi e spesso senza l'utilizzo di anestetici.

Fibrosarcoma

Il fibrosarcoma è un tumore mesenchimale maligno dei tessuti molli (cutaneo e sottocutaneo) e rappresenta nel cane il 15% dei tumori cutanei mentre nel gatto è più frequente. La patogenesi non è ancora del tutto chiara anche se la teoria più accreditata indica la trasformazione di un processo infiammatorio cronico in cancerogenesi in pazienti con una predisposizione ed alterazione genetica. Questo tipo di tumore si presenta, nelle fasi iniziali, in forma di noduli sottocutanei mobili e senza di rilevanti effetti algici. Successivamente tendono ad aumentare di volume fino ad ulcerare, con presenza di una pseudocapsula con margini scarsamente definiti. L’anamnesi all’osservazione è fondamentale, come gli esami radiologici (TAC), per predisporre una diagnosi istopatologica conclusiva. La chirurgia escissionale è praticabile se la massa si presenta ridotta e con margini di 2-3 cm di tessuto sano. Una volta completata l’asportazione chirurgica della massa tumorale, il fibrosarcoma tende a recidivare nel 18-30% dei casi ma con un potenziale metastatico basso, nel cane, mentre nel felino, il sarcoma iniezione-indotto si accompagna a recidive a 6 mesi intorno al 15-25% dei casi trattati.

Frenulectomia

L'azione della radiazione luminosa del laser a diodo in chirurgia orale risulta molto efficace.
I vantaggi clinici delle applicazioni laser in chirurgia rispetto alle tecniche tradizionali possono essere riassunti in modo schematico come segue: perfetta emostasi con nitida visione del campo chirurgico; sterilizzazione del campo; utilizzo minimale di anestetici vasocostrittori per infiltrazione che, nel caso specifico, determinerebbero un allungamento dei tempi di applicazione; assenza di suture; guarigione per seconda intenzione in tempi brevi e assenza di complicazioni postoperatorie; minor disagio per il paziente. L'inserzione patologica dei frenuli può causare ischemia da trazione e recessione vestibolare progressiva e contribuire alla persistenza di un diastema interincisivo mediano.

Frenulo Epiglottideo

Il frenulo epiglottideo è una rara malformazione della laringe del puledro che determina un reflusso oro-nasale e tosse dalla prima poppata. Il frenulo dell'epiglottide viene rilevato anatomicamente dall'indagine endoscopica. Il puledro viene sottoposto all'intervento chirurgico, ad anestesia generale, praticando la resezione trans-orale del frenulo, in laparoscopia, con il laser a diodo 810nm. L'utilizzo di strumenti tradizionali come il bisturi a lama fredda che elimina mediamente, senza coagulare, 200 strati cellulari o l'elettrobisturi che asportando 400-500-strati cellulari coagula il letto vascolare necrotizzandolo, non consentono una chirurgia conservativa come con il laser a diodo. La pratica chirurgica con il laser a diodo 810nm determina una vaporizzazione di 4-5 strati cellulari senza creare morte cellulare per necrosi ma per apoptosi. Questa proprietà intrinseca è legata all'interazione selettiva tra la lunghezza d'onda 810 nm del laser e l'emoglobina, già spiegata nei paragrafi precedenti, che consente un'escissione chirurgica del cordone fibroso corrispondente al frenulo epiglottideo persistente, in tempi rapidi e con effetti coagulanti, analgesici ed
antinfiammatori . La successiva biostimolazione o LLLT, con la radiazione del laser a diodo sul frenulo epiglottideo trattato chirurgicamente, produce una veloce riepitelizzazione, per seconda intenzione, e senza opposizione di punti di sutura, per l'interazione tra la radiazione del laser a diodo e i cromofori catalizzatori della fosforilazione ossidativa, all'interno delle catene respiratorie mitocondriali, sulle cellule del distretto gengivale sottoposto alla pratica chirurgica. La biostimolazione indurrà una rapida guarigione tissutale senza esiti algici e cicatriziali nel post-chirurgico per il paziente.

Gengivectomia e gengivoplastica

Le ipertrofie e le iperplasie gengivali, l'asportazione di tessuto muco-gengivale per ragioni estetiche, pre-protesiche e ricostruttive trovano nel laser a diodo uno strumento adeguato alla loro risoluzione.
Per le ipertrofie gengivali determinate da cause farmacologiche, genetiche e idiopatiche, l'utilizzo del laser a diodo permette delle applicazioni veloci e conservative per i tessuti e meno traumatiche rispetto alla chirurgia convenzionale.

Gengiviti

La gengivite nel cane e nel gatto, è una patologia molto diffusa, come nella specie umana, ed è caratterizzata dalla presenza di infiammazione e sanguinamento delle gengive, causata dalla presenza di flora batterica patogena. Il clinico deve intervenire tempestivamente, ai primi segni, per evitare che la malattia evolva nella forma di parodontite che determina la perdita di attacco clinico e di osso alveolare che portano alla perdita dell’elemento dentale. L’utilizzo di THERASURGIVET, in ausilio alle pratiche di igiene orale, come la detartrasi, permette di prevenire e curare l’infiammazione e il sanguinamento con la fotobiostimolazione, evitando la prescrizione di antibiotici e di farmaci antinfiammatori.

Lesioni cistiche odontogene

Lesioni cistiche di natura odontogena riscontrabili nell'osso mandibolare e mascellare del cavallo. Nel caso di lesioni cistiche odontogene è importante eseguire una diagnostica per immagini, e la TC è un fondamentale strumento per la valutazione patologica. Nel caso in cui il clinico veterinario decidesse per un'exeresi completa, il laser a diodo 810nm rappresenta lo strumento d'elezione per effettuare una chirurgia conservativa in un campo operatorio esangue, e con gli effetti benefici legati all'interazione tra radiazione del laser a diodo e il tessuto biologico. Al termine del trattamento di exeresi chirurgica, il clinico utilizza la fotobiostimolazione per indurre tempi rapidi di guarigione, senza esiti negativi per il decorso clinico del paziente.

Leucoplachie orali

Le leucoplachie del cavo orale appaiono come macchie bianche idiopatiche o di natura ancora sconosciuta. Presentano una bassa percentuale di rischio oncogeno e si differenziano dalle ipercheratosi reattive che invece sono determinate da un evento traumatico o irritativo per le mucose.

Melanoma

Il Melanoma è il secondo tipo più comune di tumore nei cavalli, e colpisce con una certa frequenza quelli grigi al di sopra dei 10 anni di vita. Appare in neoformazioni irregolari ed in rilievo nelle vicinanze dell'ano, dei genitali , sulle palpebre, la bocca, linfonodi. A parte la forma che colpisce in sede oculare, nelle altre zone anatomiche colpite può essere utilizzato il laser a diodo 810nm sia per l'escissione chirurgica che
per l'applicazione della LLLT che determina tempi di guarigione precoci sulle parti anatomiche operate chirurgicamente. Il laser a diodo 810nm, associato alla sorgente di 650nm, può essere utilizzato anche nella terapia fotodinamica con acido 5-aminolevulinico in applicazione topica su tumori melanocitari. La sostanza attiva dopo 3 ore dall’assorbimento da parte delle cellule del melanoma viene irradiata con il laser, determinando apoptosi cellulare in seguito alla sintesi di specie reattive tossiche (ROS) con produzione di ossigeno singoletto.

Odontoma

L’Odontoma è una neoplasia benigna con ectomesenchima odontogeno con o senza formazione di tessuti di consistenza dura (Class. OMS) e con eziologia sconosciuta. Nella neoplasia si rileva la produzione sia di smalto che di dentina ed è segnalato con una certa frequenza nel cavallo, più raramente nel cane e nel gatto.

Odontostomatologia Chirurgica

L'asportazione di tessuto muco-gengivale del cavo orale, per ragioni terapeutiche, e collegata a lesioni che coinvolgono gli strati superficiali epiteliali, quelli profondi connettivali, muscolari e del tessuto osseo, trovano nel laser a diodo 810 e 980 nm uno strumento adeguato alla loro risoluzione.
Per le ipertrofie gengivali determinate da cause farmacologiche, traumatiche, genetiche e idiopatiche, l'utilizzo del laser a diodo permette una chirurgia veloce e conservativa per i tessuti e meno traumatica rispetto a quella convenzionale. Il laser a diodo eliminando pochi strati cellulari (5/6) durante l’operatività chirurgica, con un effetto emostatico, analgesico ed antinfiammatorio immediato, determina una morte cellulare per apoptosi senza necrotizzare il tessuto trattato.

Papilloma

È una lesione benigna che può colonizzare distretti cutanei o localizzarsi nella mucosa del cavo orale, e l’origine, prevalentemente, viene riconosciuta come virale. L’evoluzione di un papilloma nell’animale non è rarissima e può trasformarsi in forme maligne soprattutto nei pazienti con un sistema immunitario non efficiente. Per l’asportazione chirurgica del papilloma dalle mucose del cavo orale è previsto l’utilizzo del laser a diodo, da preferire rispetto alle tecniche di escissione con gli strumenti tradizionali, come il bisturi a lama fredda e l’elettrobisturi, per le proprietà intrinseche della radiazione luminosa con lunghezza d’onda 810nm, che si esplicano con gli effetti analgesici, coagulanti, antinfiammatori , conservativi per il tessuto asportato, e per il successivo innesco con la fotobiostimolazione dei processi riparativi, che inducono la produzione accelerata di collagene ed elastina, senza opposizione di punti di sutura da parte del clinico e guarigione per riepitelizzazione per seconda intenzione del tessuto sottoposto alla chirurgia laser a diodo.

Papillomatosi virale

Papillomatosi virale è una malattia infettiva causata dal papilloma virus che colpisce prevalentemente le specie canine mentre nei gatti è piuttosto rara. I papillomi sono dei tumori benigni che possono colonizzare diversi distretti come le mucose del cavo orale e la cute dell’animale e che cronicizzandosi possono evolvere in forma maligna. Nel caso di sviluppo a livello cutaneo, la lesione può presentarsi in forma singola o multipla con dimensioni variabili e con una morfologia a forma polipoide, a cavolfiore, rilevata o incistata (simil verruca), soprattutto a livello degli arti inferiori. Per l’asportazione chirurgica del papilloma dal distretto cutaneo è previsto l’utilizzo del laser a diodo, da preferire rispetto alle tecniche di escissione con gli strumenti tradizionali, come il bisturi a lama fredda e l’elettrobisturi, per le proprietà intrinseche della radiazione luminosa con lunghezza d’onda 810nm, che si esplicano con gli effetti analgesici, coagulanti, antinfiammatori , conservativi per il tessuto asportato, e per il successivo innesco, con la fotobiostimolazione, dei processi riparativi, che inducono la produzione accelerata di collagene ed elastina, e spesso senza opposizione di punti di sutura da parte del clinico e guarigione per riepitelizzazione per seconda intenzione del tessuto sottoposto alla chirurgia laser a diodo.

Parodontiti

È una malattia primaria, grave, diffusa nella popolazione felina e canina. I sintomi sono a carico dell’apparato di sostegno, della mucosa, e del tessuto osseo del cavo orale. Parodontite è caratterizzata dalla presenza di flora batterica patogena, sanguinamento, infiammazione e difetti ossei a carico dell’osso alveolare. Questa condizione se non trattata in tempo, provoca il danneggiamento del tessuto di sostegno con evidenza di tasche parodontali, il collassamento del legamento parodontale, una grave forma di infiammazione con algia connessa, difetto osseo che procede verso l’osteite alveolare ed inevitabile perdita dell’elemento dentale coinvolto. Da segnalare anche il rischio di malattie sistemiche, come endocardite batterica, diabete, interazioni con carcinogenesi d’organo ed altri riscontri recenti dalla Letteratura revisionata. Il laser in ausilio con le pratiche di detartrasi frequente, può essere molto utile nella prevenzione primaria dell’infiammazione e nel trattamento quando presente nelle forme descritte, evitando la prescrizione di antibiotici e di farmaci antinfiammatori.
L'applicazione parodontale con il laser a diodo deve essere sempre preceduta da uno scaling (preferibilmente nella stessa seduta). Kreisler nel 2005 nella pubblicazione “Clinical efficacy of semiconductor laser application...” ha evidenziato l'efficacia del trattamento parodontale del laser a diodo per la decontaminazione della radiazione luminosa nella tasca e per la biostimolazione dei fibroblasti. Queste proprietà determinano nell'arco di poche applicazioni, un netto miglioramento dell'attacco epiteliale.
Molti studi confermano queste fondamentali proprietà della radiazione luminosa del laser a diodo che permettono al clinico di intervenire nella terapia parodontale senza apertura chirurgica del lembo.

Stomatiti

È tra le patologie più diffuse a carico del cavo orale per cani e gatti. In generale, la stomatite è causata da flora batterica patogena che determina infiammazione dei tessuti molli all’interno del cavo orale, con sanguinamento delle gengive, ulcere aftose e dolore acuto. Anche la presenza di tartaro può determinare l’habitat favorevole per la colonizzazione batterica, soprattutto per gli anaerobi GRAM- il laser può essere utilizzato in ausilio all’antibiotico terapia per gli effetti antinfiammatori, analgesici, e per promuovere, dopo aver sottoposto l'animale ad una seduta di igiene, i processi riparativi di guarigione, descritti nei paragrafi precedenti.